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Ambiente ed Energia

Borsa elettrica, Gme: a giugno prezzi dell’energia ai minimi da oltre due anni

La liquidità del mercato scende pertanto ai minimi da ottobre
fonte: AGV - Agenzia Giornalistica il Velino
di onp

“A giugno il PUN si porta ai minimi da oltre due anni, pari a 48,58 €/MWh (-4,1% su maggio e -15,1% sul 2018). Tornano in modesta crescita annuale i volumi complessivamente contrattati nel MGP (24,9 TWh, +0,7%), mentre la liquidità del mercato scende al 70,1%. A livello zonale, la netta riduzione del prezzo del Nord (45 €/MWh) favorisce l’allagamento del differenziale con le altre zone continentali (51/52 €/MWh), mentre la Sicilia resta stabile attorno ai 64 €/MWh”. È quanto rileva il Gme nei dati di sintesi del mercato elettrico contenuti nella newsletter diffusa oggi.

“Prosegue la discesa del Pun che si porta sul livello più basso da giugno 2017, pari a 48,58 €/MWh, in flessione di 2,09 €/MWh su maggio (-4,1%) e di 8,67 €/MWh sul 2018 (-15,1%). I ribassi si inseriscono in un contesto caratterizzato dal persistente calo delle quotazioni del gas al PSV, al minimo da ottobre 2016, e da una accresciuta disponibilità di offerta competitiva (+4.200/+1.600 MWh circa), risultando, peraltro, su base mensile in controtendenza rispetto alla stagionale netta ripresa degli acquisti nazionali (+3.100 MWh circa)”, sottolinea il Gme.

“In termini di volumi, torna in modesta crescita annuale l’energia elettrica scambiata nel Sistema Italia, pari a 24,9 TWh (+0,7%), in corrispondenza di una flessione, la seconda consecutiva, di quelli transitati nella borsa elettrica, pari a 17,4 TWh (-3,5%) e a fronte di un deciso incremento, il primo da settembre, delle movimentazioni over the counter, registrate sulla PCE e nominate su MGP, pari a 7,4 TWh (+12,2%). La liquidità del mercato scende pertanto ai minimi da ottobre, al 70,1%, riducendosi di oltre 3 punti percentuali sul 2018 e circa 2 p.p. su base mensile”, sottolinea ancora il Gme.

“In termini di fonti, la debole crescita delle vendite nazionali risulta sostenuta ancora da quelle tradizionali, concentrata in tutte le zone con la sola eccezione della Sicilia esclusivamente sul gas (+22%), la cui quota di mercato guadagna quasi 8 p.p. superando il 45%. Si confermano in flessione, invece, le vendite da fonti rinnovabili (-7,3%), compresse dalla netta riduzione dell’eolico (-35,8%), al centro meridione e sulle isole, ma anche dal calo dell’idroelettrico, il cui livello al Nord risulta tuttavia inferiore solo al record di maggio e giugno 2018, e del solare. Il market coupling assegna sulla frontiera settentrionale, mediamente ogni ora, una capacità in import di 2.891 MWh (-48 MWh rispetto a giugno 2018), registrando modeste variazioni sulle tre frontiere. Stabile la capacità disponibile in import (NTC) solo sulla frontiera slovena, in lieve aumento su quella francese (+2%) e in netto calo su quella austriaca (-10%)”, ha concluso il Gme.

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