“Sono solidale con Giulia Sarti. Ma non mi piace la solidarietà a due velocità: oggi, con l’ipocrisia cui ormai tutti ci siamo assuefatti, giornali e giornalisti si ergono a strenui difensori della privacy e del rispetto della sfera personale di ogni individuo. Eppure in un tempo non lontano pubblicavano senza vergogna paginate di intercettazioni prive di rilevanza (distruggendo per sempre esistenze e reputazioni), vergavano allusioni, salivano in cattedra giudicando la moralità di chi aveva la colpa di frequentare Palazzo Grazioli a Roma o Villa San Martino ad Arcore, violando impunemente ogni principio di rispetto della persona. Sono gli stessi che oggi scrivono che il privato è sacro e non si tocca. Le regole per rispettare il privato di ogni individuo esistono, e sono vigenti. Vediamo di rispettarle per tutti, non solo per chi ci sta simpatico. Lo dico da giornalista, prima che da politico. Lo dobbiamo a tutte le vittime, sono migliaia, del voyeurismo giustizialista di cui il nostro Paese è malato da tempo. Se inneggiamo al rispetto della persona, poi dobbiamo essere capaci di praticarlo. Altrimenti siamo solo i soliti ipocriti”. Lo scrive in una lettera a Il Giornale la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini, in merito al caso Giulia Sarti.