“I soldi per le infrastrutture ci sono. La Campogalliano-Sassuolo, la Agrigento-Caltanissetta: sono tutte opere finanziate. Sono tutte opere che il nostro governo con il “Grande piano per le infrastrutture” ha sbloccato in termini di capienza economica. Il punto fondamentale è che nel governo non c’è una visione strategica sul futuro del paese ma un’esigenza quotidiana, istantanea, da social network di dover dare una risposta immediata al proprio elettorato e questo significa che se i grillini dicono no alla Tav, l’obiettivo non è più la Tav ma trovare una scusa per rinviarela decisione, arrivare alle europee e dopo fare i conti. Sulla Tav alla fine hanno deciso di andare avanti ma lo fanno prendendo quei 6 mesi che consentiranno a Di Maio di andare in campagna elettorale e di fare finta di niente. In sintesi: questo governo non cade sul singolo provvedimento perché pur di mantenere la poltrona staranno insieme su tutto. Ma hanno fatto male i conti: devono mettere 40 miliardi da parte e non sanno dove prenderli. Allora faranno le elezioni europee, ma dopo qualcuno dovrà alzare le tasse e a quel punto si spaccheranno”. Così Matteo Renzi, senatore del Pd poco fa ai microfoni di Giorgio Zanchini a Radio anch’io (Rai Radio1).