“L’eliminazione dei monumenti a Cristoforo Colombo negli Usa, a Nagy, martire dello stalinismo, a Budapest, addirittura a Gandhi in alcune aree dell’Africa, indica un desiderio pericoloso di semplificare la storia e pretendere che anche i monumenti non abbiano ombre e contraddizioni. Leggere la storia nella sua complessita’, con spirito critico, invece, è indispensabile anche e soprattutto per capire la modernita’ e costruire un universo simbolico condiviso, non sterilizzato da polarizzazioni e contrapposizioni politiche. Abbattere i monumenti perche’ non corrispondono piu’ a quello che pensiamo oggi e’ un controsenso, una rimozione della storia che rischia di non farci piu’ riconoscere in una memoria comune”. Lo ha detto Francesco Rutelli, presidente dell’Associazione Incontri di Civilta’, nella sua conferenza ‘Continuiamo a distruggere i monumenti’ a Villa Medici, alla presenza dell’ambasciatore francese in Italia Christian Masset ed il direttore dell’Accademia di Francia a Roma Stéphane Gaillard.
“Il caso del monumento ad Auschwitz ne e’ un esempio: realizzato da grandi maestri – ha aggiunto Rutelli – come lo studio architetti Bbpr, Primo Levi, il pittore Samona’, il regista Nelo Risi, il compositore Luigi Nono, e’ stato rimosso da Auschwitz perché non corrispondente alle ‘nuove linee narrative dei monumenti in Polonia’. Rimuovere monumenti non è come rimuovere dei post che non ci piacciono più o ci imbarazzano. Pensiamoci, rischiamo di non avere più monumenti nelle nostre piazze, perché lo spazio pubblico è sempre più digitale e perché sarà sempre piu’ difficile una condivisione per erigere un monumento. E’ sempre giusto rimettere in discussione il passato, ma la vera ricerca, oggi, deve riguardare icone condivise”.