L’Italia deve confermare il suo impegno nel sostenere il rientro dei giovani ricercatori che sono espatriati per lavorare in altri paesi. Questo è quanto ha detto il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Angelino Alfano durante il suo intervento all’Assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) in corso alla Farnesina fino a domani. “Ogni anno – ha spiegato – espatriano 3.000 dottori di ricerca italiani. Vanno nel Regno Unito, Francia e Spagna. Fuori dall’Europa raggiungono Usa e Brasile. Parliamo del 16,2% dei ricercatori formati in patria. Diversamente attraiamo il 3% di scienziati stranieri. Il saldo quindi è negativo. È una perdita di materiale umano unidirezionale. Bisogna agevolare questo ritorno di talenti”. “Questo – ha ricordato Alfano – è un tema a cui tengo molto e devo dire che è stato anche oggetto di numerosi interventi legislativi. Non tutti hanno dato frutto ma bisogna lavorare sul ritorno dei giovani talenti”.