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Politica, Legge elettorale

L.Elettorale: da un quasi accordo al gelo tra Pd e M5s

Fiano presenta la linea dem: un modello per metà proporzionale e per metà maggioritario, con soglia di sbarramento al 5%. Toninelli (M5s): Hanno preferito il Verdinellum al Legalicum
fonte: ilVelino/AGV NEWS
di Raimondo Deriu

Quella che poteva sancire una prima intesa tra Partito democratico e Movimento 5 stelle sul tema della legge elettorale si è rivelata invece la giornata dell’allontanamento tra i due maggiori partiti presenti in parlamento. Il commissione Affari costituzionali il capogruppo Pd Emanuele Fiano ha segnato la linea del partito: un modello per metà proporzionale e per metà maggioritario, con soglia di sbarramento al 5%. Fiano ha detto che la sua proposta è la sintesi di una mediazione possibile in commissione. Ma in verità serve a congelare le posizioni tra tutti i partiti. “In commissione abbiamo presentato la nostra proposta di legge che vediamo come testo di partenza su cui lavorare. Si tratta di un sistema elettorale che viene incontro sia a chi richiede un sistema elettorale proporzionale per il paese, sia a chi, come noi e altri come la Lega, crede che per il bene del paese, per la sua governabilità e la sua stabilità serva un sistema con dentro dei ‘criteri’ anche maggioritari”. A sostegno della posizione dem in commissione è giunto il post su Facebook del segretario Matteo Renzi: “Continuano le grandi manovre parlamentari di chi chiede a parole una nuova legge elettorale ma in pratica non la vuole, e perde tempo”.

“Si tratta quindi di un sistema – ha spiegato ancora Fiano – che per metà elegge i rappresentanti in parlamento in collegio con un risultato maggioritario, cioè chi vince il collegio viene eletto. E per metà vengono eletti in liste proporzionali ‘corte’, di circoscrizione, in cui si viene eletti, nel numero, in base al risultato proporzionale del partito. Alcuni partiti, in particolare Forza Italia e Movimento 5 stelle – ha spiegato Fiano -, hanno espresso la loro contrarietà. Noi, che abbiamo senso delle istituzioni, affidiamo questa nostra posizione che è il concertato della mediazione possibile tra le diverse istanze presenti. Dopo di che ci rimettiamo con senso istituzionale al mandato del presidente Mazziotti che questa sera presenterà un testo su cui non faremo ostruzionismo. Ovviamente teniamo le mani libere per proporre i nostri emendamenti che dovranno essere presentate entro il 23 maggio per poi andare in aula il 29”. Un particolare importante, ha spiegato Fiano è che si voterà su una scheda unica senza scorporo. “Ci saranno anche le soglie che saranno figlie di un compromesso tra quanto previsto dalla Camera e quanto previsto dal Senato”.

Molto duro il capogruppo grillino in commissione, Danilo Toninelli: “Hanno preferito il Verdinellum al Legalicum. Verdini non ha convinto Berlusconi ma è riuscito in un giorno a convincere Renzi”. Secondo cui la proposta dem “è completamente incostituzionale e creerebbe il caos”. Poi cerca di non chiudere del tutto la porta a un accordo in commissione. “Siamo ancora all’inizio”, ha spiegato Toninelli. “Noi manteniamo la disponibilità a ragionare su un modello che ricalchi la nostra proposta sul Legalicum e quella Pd presentata da Fragomeli”.

Una “netta opposizione” è giunta invece da Forza Italia. Angelo Paolo Sisto, ha detto che in commissione “c’è disparità di idee”. “Il testo base è il testo da cui partire ma noi non faremo un metro indietro dal proporzionale”, ha spiegato Sisto a margine dei lavori. Quello proposto dal Pd, ha proseguito è “un sistema che distorce il rapporto tra elettore ed eletto”. E chi si aspettava una posizione della Lega nord di accondiscendenza resterà deluso: “È incredibile come tutti facciano finta di volere le elezioni con annunci propagandistici in tv e poi, al momento opportuno, cerchino qualsiasi stratagemma per allungare i tempi e mettere il bavaglio ai cittadini – ha detto Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega nord -. Inciuci, accordi segreti, strette di mano solamente per allontanare il più possibile il voto. Ormai è evidente che siamo gli unici a volere realmente una legge elettorale agibile per avere subito le elezioni. Oggi abbiamo smascherato l’ennesimo inciucio del Pd in commissione affari costituzionali che, di fatto, avrebbe reso impossibile l’esame del testo in aula il 29 maggio. Fa sorridere sentire predicare bene i grandi fenomeni da palcoscenico come Fiano, Di Maio passando per Forza Italia e poi vederli razzolare male e fare l’esatto contrario di quanto fatto credere in tv. Basta inciuci, si vada subito al voto”.

Nel mezzo dello scontro c’à la volontà del presidente della commissione Andrea Mazziotti di trovare una soluzione. In tarda serata arriva il suo testo base su cui i partiti dovranno esprimersi nella seduta del prossimo martedì. Il testo dovrebbe andare in Aula il prossimo 29 maggio. Una data soggetta però agli sviluppi delle prossime ore. “Certo – spiega Mazziotti – dipende dal testo e da quanti emendamenti saranno presentati. Se sono 4.000 e una cosa o se sono dieci è più facile”. Il presidente ha spiegato che, “durante il dibattito nessuno dei partiti ha presentato posizioni flessibili rispetto ai principi di base”. “Siamo in una posizione in cui dobbiamo arrivare a un compromesso ragionevole da cui partire e poi lavorare sugli emendamenti. È chiaro che dobbiamo tener conto del fatto che le posizioni, soprattutto tra i gruppi più grandi, sono rimaste distanti. In questo caso l’unica cosa che si può fare è avviare la discussione su un testo che possa sposare al massimo possibile le diverse posizioni”.