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Politica, Pd

Pd, Renzi perde un pezzo di partito. L’area di Martina si svuota: da 50 a 3 parlamentari

Mauri: Noi occupati solo a rafforzare il partito. Baruffi: Io più socialdemocratico, no liberal-democratico come Renzi
fonte: ilVelino/AGV NEWS
di Redazione

“Se non evitiamo la frattura pericoli anche per il governo”. Suona quasi come una minaccia il twitter del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina a ridosso dell’iniziativa della minoranza Pd. Che precede l’assemblea che sarà dirimente per una separazione in casa. E poi: “Sono partito democratico e non torno indietro. Mai come ora. Anziché dividerci ritroviamoci”. Ma da quanto apprende IL VELINO l’ala lombarda di Matteo Renzi non sembra essere messa molto bene: su una squadra di 50 deputati fedeli a Martina, nella riunione di giovedì sera, soltanto due sarebbero rimasti a lui vicini: Roberto Rampi e Matteo Mauri. E forse Luciano Pizzetti. Gli altri, (per lo più emiliani e lombardi), a cominciare da Cesare Damiano, si sono allontanati per prendere altre vie. Un po’ meglio l’area turca di Andrea Orlando, che si trova in un rapporto 70-30. E che ha già iniziato a prendere le distanze. L’area di Franceschini rimane invece in silenzio: fatta di fedelissimi evita sbilanciamenti o dichiarazioni. Ma se Emiliano dall’assemblea della minoranza parla di un Renzi “che forse si decide a non essere più segretario” invocando un’unione di intenti e una condivisione di ideali, lo spettro della scissione apre nuovi scenari. Come in ogni separazione, infatti, nasce il problema di chi rimane in casa. Da quanto apprende IL VELINO sembrerebbe che ci sia già molto movimento all’interno del partito democratico per capire a chi andrebbe la sede del Nazareno.

Pronta la replica di Mauri, uno dei due parlamentari che secondo l’indiscrezione de IL VELINO sarebbe rimasto vicino a Martina. “La ricostruzione della riunione dell’area Pd Sinistra e cambiamento è a dir poco fantasiosa e basata sul nulla – afferma -. Anche perché non si capisce nemmeno quale sarebbe l’oggetto della disputa. Noi continuiamo a lavorare insieme per il nostro partito. E lo dimostra il fatto che in questi giorni abbiamo avuto come uniche preoccupazioni quelle di tenere unito il Pd e di dare il nostro contributo importante per le scelte di Governo”.

Tra i partecipanti alla riunione di giovedì anche il deputato Davide Baruffi che così spiega a IL VELINO l’orientamento dell’area Martina davanti alla situazione che sta vivendo il Pd. “Cosa più importante è evitare la scissione, tutte le energie dell’area sono concentrate su questo. Poi domani vediamo cosa fare”. Se ci fosse la scissione, l’area Martina resta con Renzi? “Non voglio mettere in conto che il segretario non si adoperi per tentare di evitare la scissione – risponde Baruffi -. La nostra presenza nel Pd non è mai stata in discussione. Se si arrivasse a una frattura tra le due anime si aprirà un congresso e vedremo le proposte. Ma non credo sia giusto discutere del ‘giorno dopo’, bisogna concentrarsi sul ‘giorno prima’, cioè non arrivare alla scissione. Comunque sia chiaro che non c’è nessuno dell’area Martina che metta in conto di uscire dal Pd. E ribadisco che in questo momento lo sforzo massimo dell’area è tenere assieme il partito”. Se Martina restasse con Renzi, lei resterebbe nell’area del ministro? “Nel partito ho senz’altro un’anima più socialdemocratica che liberal-democratica come Renzi –risponde Baruffi -. Ma in questo momento il problema principale non è quello di restare o meno nell’area. L’area Martina fino a oggi ha svolto un lavoro utile di stimolo, di correzione e di dialogo nel partito. E’ chiaro che se ci trovassimo in una meccanica diversa, con la minoranza fuori dal partito e il Pd a Renzi, sarà una situazione nuova che verrà valutata. Ma ora è il momento di concentrarsi per l’unità del partito”.