Ultime ore in casa dem per evitare la scissione del partito in vista dell’Assemblea nazionale convocata per domani che dovrà decidere sulle modalità del Congresso. Tutti sono al lavoro per evitare una spaccatura che sembrava ormai a un passo ma che ora, alla luce delle ultime dichiarazioni, potrebbe essere evitata. In un post su Facebook il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, tende una mano a Matteo Renzi. “Ieri gli ho detto che basterebbe fare una conferenza programmatica a maggio e le primarie congressuali a settembre per ricomporre un clima di rispetto reciproco e salvare il Pd. Adesso che lo abbiamo convinto a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme. Questo è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme”. “Senza questo lavoro le distanze politiche tra noi sono troppo grandi e non basterebbe una conta per evitare anche a breve nuovi dissensi e nuovi rischi di conflitto. Diamoci una possibilità”. Gli fa eco il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che affida a Twitter il suo pensiero: “Non vi chiedo ‘Fermatevi’, vi dico ‘Fermiamoci’. Per il nostro popolo dopo una scissione non ci saranno innocenti, saremo tutti colpevoli”.
Sulla stessa linea il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che in un’intervista al Messaggero spiega: “Col cuore vorrei non ci fosse nessuna possibilità (per una scissione, ndr) perché è una follia”, “se sto ad alcune dichiarazioni di queste ore purtroppo mi pare che il rischio sia alto, ma noi siamo impegnati per evitarlo. Non mi rassegno e spero che prevalga il senso di responsabilità di tutti”. Graziano Delrio, intervistato da Repubblica, aggiunge: “Sono per Matteo Renzi un fratello maggiore, e come i fratelli maggiori ho il dovere di dirgli quello che ritengo serva”, e gli ho detto: “Devi togliere ogni alibi per evitare la rottura nel partito e gli ho chiesto di essere flessibile, il più possibile in questa fase, in ballo c’è il futuro dell’Italia e del Pd”. Preoccupazione è stata espressa dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che a Repubblica dice: “Il Paese ha bisogno del Pd. E noi abbiamo bisogno di un congresso per ritrovarci, non certo per separarci. Di un nuovo inizio, da costruire insieme. A Emiliano, Speranza e Rossi dico: fate in modo di esprimere le vostre idee nel percorso comune, è proprio quello che avevate chiesto”. Per Martina “un congresso può aiutare l’esecutivo, una scissione temo proprio di no, anzi. Sono preoccupato da una frattura, anche da questo punto di vista”.
Intanto un sondaggio pubblicato sul Corriere della Sera a cura di Nando Pagnoncelli-IPSOS spiega che “la possibile nuova forza di sinistra già testata due settimane fa, registra una lieve crescita di consenso passando dal 3,7 per cento al 4,3 per cento sul totale degli elettori (6,5 per cento sui voti validi). Se si aggiungono gli elettori potenziali, cioè quelli che sebbene dubbiosi non escludono di poterla votare (2 per cento, che diventa il 3 per cento dei voti validi), il consenso passa dal 5,6 per cento al 6,3 per cento. All’incirca la metà dell’elettorato potenziale (3,2 per cento) proverrebbe dal Pd mentre gli altri dall’astensione, da altre liste di sinistra e dal M5S”.
Politica, Partito democratico
Pd, Emiliano prova a ricucire: possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare insieme
“Questo è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme”. Gli fa eco Franceschini: “Non vi chiedo ‘Fermatevi’, vi dico ‘Fermiamoci’”. La possibile nuova forza di sinistra si attesterebbe al 6,5%
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Pd, Emiliano prova a ricucire: possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare insieme
“Questo è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme”. Gli fa eco Franceschini: “Non vi chiedo ‘Fermatevi’, vi dico ‘Fermiamoci’”. La possibile nuova forza di sinistra si attesterebbe al 6,5%