Si è riunita a Roma la minoranza dem alla vigilia dell’assemblea che potrebbe sancire la spaccatura del Partito democratico. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha lanciato la sua candidatura, mentre Speranza ha sottolineato che il Congresso del Pd è l’ultima possibilità per evitare la spaccatura. Renzi anche nelle ultime ore ha provato a mediare e ad evitare la scissione. “Il Partito democratico è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire al sinistra o se si vuole che finisca per non contare nulla, la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuol capire”. Lo ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, nel corso della convention al teatro Vittoria di Roma della minoranza dem. “Abbiamo perso migliaia di militanti, milioni di elettori che guardano da un’altra parte. Abbiamo bisogno di loro per far capire che questo è un partito aperto e che possono tornare a iscriversi. Credo che il governo deve essere sostenuto fino alla scadenza della legislatura, penso che la conferenza programmatica proposta da Orlando si debba fare. Il congresso l’abbiamo chiesto subito per avere tempi adeguati alla discussione, non siamo noi ad avere l’ossessione delle date, è una questione di democrazia perché non siamo disposti a partecipare alla trasformazione del Pd nel partito di Renzi. Se il segretario accentuando il carattere leaderistico della sua guida, vuole fare in Italia ciò che Macron sta facendo in Francia – cioè una forza né di destra né di sinistra – questa sforza non sarebbe il Pd. Se si pensa che fatta questa operazione si devono aprire alleanze con il centrodestra, con Verdini e FI, noi non ci stiamo”. “Noi non stiamo parlando di date, ma di idee, di valori e di ideali a cui non vogliamo rinunciare e per i quali vogliamo continuare a batterci. Il Pd vive se si confrontano al suo interno, con pari dignità, le sue aree: quella più moderata e quella di sinistra. Ci auguriamo che si possa proseguire insieme, in una dimensione collegiale”, ha concluso Rossi.
SPERANZA: SONO STATE ROTTAMATE LE PERSONE MA NON LE IDEE SBAGLIATE. “La mia sensazione è che sono state rottamate le persone ma invece non sono state rottamate le idee sbagliate. Allora un Congresso serve se apre una discussione, se si superano le idee sbagliate. Su questo chiedo confronto. Il punto non è la data, il punto è chi siamo e cosa siamo diventati. Abbiamo perso una parte della nostra gente in temi come scuola e ambiente. A Renzi ho fatto una domanda di fondo: ma la vediamo solo noi questa scissione che c’è già stata? O è questo il grande problema da cui partire. Il Congresso è l’ultima possibilità per provare a tenere insieme questi mondi”. Lo ha detto Roberto Speranza, nel corso della convention al teatro Vittoria di Roma della minoranza dem. “La nostra posizione è questa: non abbiamo bisogno di miracoli ma di buonsenso. Oggi il Pd è alla guida di questo paese, c’è un governo ed è giusto che il governo vada avanti fino alla fine del mandato. Chiediamo al Pd di andare avanti e di governare fino al 2018”.
EMILIANO: ERO UNO DEI SOSTENITORI DI RENZI, SCUSATEMI. “Ero uno dei sostenitori di Matteo Renzi. Scusatemi, mi scuso ufficialmente. Credo ce ne siano altri qui in sala”. Lo ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, nel corso del suo intervento alla convention della minoranza dem a Roma, sottolineando che “noi non cerchiamo un capo”.
Proseguono quindi i tentativi per evitare la scissione del partito in vista dell’Assemblea nazionale convocata per domani che dovrà decidere sulle modalità del Congresso. Tutti sono al lavoro per evitare una spaccatura che sembrava ormai a un passo ma che ora, alla luce delle ultime dichiarazioni, potrebbe essere evitata. In un post su Facebook il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, tende una mano a Matteo Renzi. “Ieri gli ho detto che basterebbe fare una conferenza programmatica a maggio e le primarie congressuali a settembre per ricomporre un clima di rispetto reciproco e salvare il Pd. Adesso che lo abbiamo convinto a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme. Questo è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme”. “Senza questo lavoro le distanze politiche tra noi sono troppo grandi e non basterebbe una conta per evitare anche a breve nuovi dissensi e nuovi rischi di conflitto. Diamoci una possibilità”.
Gli fa eco il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che affida a Twitter il suo pensiero: “Non vi chiedo ‘Fermatevi’, vi dico ‘Fermiamoci’. Per il nostro popolo dopo una scissione non ci saranno innocenti, saremo tutti colpevoli”. Sulla stessa linea il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che in un’intervista al Messaggero spiega: “Col cuore vorrei non ci fosse nessuna possibilità (per una scissione, ndr) perché è una follia”, “se sto ad alcune dichiarazioni di queste ore purtroppo mi pare che il rischio sia alto, ma noi siamo impegnati per evitarlo. Non mi rassegno e spero che prevalga il senso di responsabilità di tutti”.
Graziano Delrio, intervistato da Repubblica, aggiunge: “Sono per Matteo Renzi un fratello maggiore, e come i fratelli maggiori ho il dovere di dirgli quello che ritengo serva”, e gli ho detto: “Devi togliere ogni alibi per evitare la rottura nel partito e gli ho chiesto di essere flessibile, il più possibile in questa fase, in ballo c’è il futuro dell’Italia e del Pd”. Preoccupazione è stata espressa dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che a Repubblica dice: “Il Paese ha bisogno del Pd. E noi abbiamo bisogno di un congresso per ritrovarci, non certo per separarci. Di un nuovo inizio, da costruire insieme. A Emiliano, Speranza e Rossi dico: fate in modo di esprimere le vostre idee nel percorso comune, è proprio quello che avevate chiesto”. Per Martina “un congresso può aiutare l’esecutivo, una scissione temo proprio di no, anzi. Sono preoccupato da una frattura, anche da questo punto di vista”.
Intanto un sondaggio pubblicato sul Corriere della Sera a cura di Nando Pagnoncelli-IPSOS spiega che “la possibile nuova forza di sinistra già testata due settimane fa, registra una lieve crescita di consenso passando dal 3,7 per cento al 4,3 per cento sul totale degli elettori (6,5 per cento sui voti validi). Se si aggiungono gli elettori potenziali, cioè quelli che sebbene dubbiosi non escludono di poterla votare (2 per cento, che diventa il 3 per cento dei voti validi), il consenso passa dal 5,6 per cento al 6,3 per cento. All’incirca la metà dell’elettorato potenziale (3,2 per cento) proverrebbe dal Pd mentre gli altri dall’astensione, da altre liste di sinistra e dal M5S”.
Politica, Caos nel Partito democratico
Pd, da minoranza dem timida apertura a Renzi
“Ci auguriamo che si possa proseguire insieme, in una dimensione collegiale”, ha dichiarato Rossi. Speranza: Congresso ultima possibilità per evitare la scissione. Emiliano: possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare insieme. La possibile nuova forza di sinistra al 6,5%
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Pd, da minoranza dem timida apertura a Renzi
“Ci auguriamo che si possa proseguire insieme, in una dimensione collegiale”, ha dichiarato Rossi. Speranza: Congresso ultima possibilità per evitare la scissione. Emiliano: possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare insieme. La possibile nuova forza di sinistra al 6,5%