«Il Paese non può intraprendere uno sviluppo se non si respira un’aria di maggior coesione». Elsa Fornero, economista ed ex Ministro del Lavoro, ha aperto l’ultima giornata del Future Forum parlando a tutto campo di prospettive future del lavoro e delle politiche attive, di welfare e previdenza. «Il lavoro oggi è il tema dei temi – ha detto Fornero – ma spesso non se ne comprende la complessità. Sul lavoro incidono moltissimi fattori, a partire da quelli demografici: viviamo dunque una trasformazione che cambierà l’aspetto della nostra società. “Viviamo – ha aggiunto- con la prospettiva tremenda di una stagnazione secolare. Metà dei lavori, nel prossimo decennio, sono destinati a cambiare o a sparire con l’ingresso massiccio dei robot e la rivoluzione del digitale. Minaccia o opportunità? Di fronte a questa complessità, che ho solo tratteggiato, cosa possono fare i politici?».
Fornero ha dato alcune risposte: “Politiche macroeconomiche spingono al rilancio: ma quando sei molto indebitato è difficile poter spendere. Ci restano perciò le riforme del mercato del lavoro e poi c’è un altro elemento di cui parliamo molto, ma senza collegarlo a questo tema: è istruzione, istruzione, istruzione». Per Elsa Fornero, è questo aspetto chiave, parte integrante delle politiche del lavoro. «Formare le persone è essenziale: formazione continua, “life long learning”». Delle riforme del lavoro, Fornero ha sottolineato che «ci si aspetta sempre che, appena fatta la riforma, subito si crei lavoro: servono invece periodi più lunghi perché se ne dispieghino gli effetti».
A proposito della riforma delle pensioni, l’ex ministro ha detto: “è stata l’unica cosa che ha ridotto il debito pubblico. Quando ho potuto parlare con le persone a tu per tu, magari non erano più felici, ma capivano. Chi è al governo deve avere la possibilità di fare, ma siccome nulla è perfetto e tanto meno lo sono le riforme del governo, serve un controllo, un monitoraggio e un aggiustamento. Una riforma senza investimenti comunque non crea lavoro. Nessuna riforma crea posti di lavoro. Ma, se funziona bene, ne facilita la creazione, facilita l’incontro tra domanda e offerta, l’orientamento che i giovani devono avere» A proposito del Governo Monti, Fornero ha affermato: «Tanti parlano di cospirazione… ma quale cospirazione? Nel 2011 il problema era trovare i soldi per il mese dopo. Il governo di prima era bloccato, non riusciva più a prendere decisioni: questa non è una cospirazione. La mia idea che l’Italia abbia perso la bussola da vari decenni: la politica deve tornare a riconoscere la direzione, recuperando un senso di coesione».