“Per assicurare una maggiore e più coerente gestione e conservazione del lupo, a partire dal 2016 è stato avviato un lavoro per la redazione di un nuovo Piano di azione del lupo. Guardate, io potevo benissimo fare a meno di intraprendere questo percorso, perché il mio Ministero non ha competenze sulla gestione del lupo: la gestione del lupo spetta esclusivamente alle regioni. Ho solo preso atto di una situazione per me intollerabile: lo dico da Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma lo dico anche da cittadino di questo Paese. Avere chiuso gli occhi davanti a questo problema e avere lasciato alle regioni, che svolgono bene il loro compito in tanti settori, un tema così rilevante senza una cornice quadro di indirizzo, ha voluto dire per anni aprire la caccia al lupo: sì, oggi se volete sapere la caccia al lupo è aperta”. Lo ha detto Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare rispondendo in Aula alla Camera a un’interpellanza urgente sul Piano lupo. “Oggi, mentre parliamo, senza questo Piano, la caccia al lupo è aperta, e chi respinge questo Piano di fatto sta facendo in modo che la caccia al lupo in questo Paese resti aperta, perché il problema ce l’abbiamo tutto lì ! Il problema sono i 250-300 lupi che ogni anno in questo Paese vengono bracconati, perché non c’è nessuna azione che in qualche modo vada a prevedere la convivenza fra i cittadini, le attività economiche e la presenza del lupo”.
Galletti dice che il piano studiato “ha una valenza scientifica forte, che io la situazione così com’è adesso non la lascio, perché non mi sento moralmente di poter lasciare una situazione indecorosa come quella che stiamo vivendo oggi: voglio almeno mettere a disposizione delle buone pratiche che possano aiutare ad evitare il bracconaggio”. Quella di dire ‘apriamo la caccia al lupo’ è davvero una falsità, dice Galletti. “Il lupo con questo Piano è più tutelato di prima, non meno, è più tutelato di prima, molto più tutelato”. E ancora: “Qui noi stiamo parlando, per intenderci, di decine, decine e decine di aziende agricole e di persone che stanno perdendo il lavoro, dall’altra parte, perché noi non le stiamo tutelando, perché oggi il lupo è libero di fare quello che vuole e non ci sono azioni di prevenzione di nessun genere. Abbiamo abbandonato gli agricoltori, abbiamo abbandonato delle zone intere. Allora, io dico che questo equilibrio, difficilissimo da trovare, fra la presenza del lupo, le attività economiche da una parte e la presenza dell’uomo, anche, va assolutamente regolato. Se noi su questo facciamo una mera strumentalizzazione politica, davvero non facciamo un servizio a questo Paese. Non facciamo- conclude il ministro dell’Ambiente – un servizio al lupo in primis, perché lasciamo il bracconaggio libero, non lo facciamo alle attività economiche di questo Paese e non lo facciamo ai paesi montani”.
Politica, Piano lupo
Piano lupo, Galletti: preso atto di una situazione intollerabile
Il ministro dell'Ambiente: "Il problema sono i 250-300 lupi che ogni anno in questo Paese vengono bracconati"
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