“Il caso del giovane adolescente suicida a Lavagna è esploso su tutti i giornali suscitando un dibattito che sta investendo soprattutto il rapporto tra genitori e figli adolescenti, dal momento che sembra sia stata la mamma a chiamare la GdF, con lo scopo di provocare nel figlio un cambio di atteggiamento. I fatti sono noti e il giovane, appena sedicenne, si è spaventato quando ha immaginato chissà quali conseguenze legate alla scoperta dell’hashish a casa sua. Una modesta quantità, che però si sommava a quelle che gli era appena stata trovate in tasca, all’uscita dalla scuola. Le conseguenze drammatiche del gesto hanno spostato subito l’attenzione dal rapporto del ragazzo con la droga, alla relazione con la madre che in un certo senso lo aveva denunciato. Fin troppo facile immaginare l’accanimento mediatico contro questa donna, che evidentemente prima di compiere un gesto così importante come la denuncia alla GdF. Doveva averle provate tutte, ma proprio tutte, senza riuscire a distogliere il ragazzo da un consumo di droga che si stava facendo sempre più frequente, costoso e ad alto rischio. “ Lo afferma l’onorevole Paola Binetti, UDC, che continua: “Qualcuno alla Camera ha approfittato di questo caso, che dovrebbe indurre tutti noi ad una estrema prudenza e alla massima delicatezza nel rapporto con i minori esposto all’uso della droga, per reclamare una approvazione rapida della legge, attualmente in discussione rallentata alla Camera. Come se il caso clamoroso di questo ragazzo non ponesse ben altri interrogativi prima. Per esempio la diffusione di droghe a scuola, il loro spaccio, che avviene fin troppo spesso tra pari, considerati a tutti gli effetti semplici consumatori, mentre diventano precoci spacciatori. Sapendo questo ruolo ambiguo che finiscono con l’avere i ragazzi che contemporaneamente fumano e vendono droga, è facile che qualche pusher adulto li avvicini e li coinvolga in un mercato senza confini, come spesso diventano le scuole. Proprio per procurarsi a loro volta la droga diventata necessaria, nel momento in cui si instaura una vera e propria dipendenza, gli adolescenti entrano in una lunga catena pericolosa di complicità e di escalation nel consumo di droghe. Ed è questo uno dei nodi fondamentali del problema, oltre a quello abbastanza ovvio di immaginare l’istituzione di un servizio di consulenza psicologica dedicata ai genitori in difficoltà. Non vorremmo che il dibattito su questa legge assumesse un andamento accelerato e vorticoso come è accaduto per altri temi a forte valenza etica, oltre che sanitaria!, Uso e consumo di droga sono un mercato fin troppo attrattivo per gente senza scrupoli, ma non è legalizzandola e vendendola in tabaccheria che se ne ridurrà l’impatto negativo. Anzi la normalizzazione dell’uso potrebbe indurre molti ragazzi ad accostarsi con ancor meno difese a questo pericolo, considerato dal ministero della Salute tra i determinanti di salute più importanti. No alla droga e No al fumo, per cui sarebbe davvero ridicolo che dopo aver sostenuto il suo No in modo forte, ora si scivolasse nella banalizzazione del consumo, senza scrupoli per le giovani vittime!”