Mario Marazziti (Demo.s-CD), presidente della Commissione Affari sociali della Camera, in una nota dichiara: “Peccato che all’ultimo giorno dei lavori in Commissione alcuni Gruppi abbiano deciso il gesto eclatante dell’ostruzionismo procedurale sulla base di una interpretazione fantasiosa del regolamento della Camera in direzione completamente opposta alla prassi seguita in aula e nelle Commissioni da sempre. Dopo avere garantito tutti gli spazi di approfondimento e di incontro possibili, nella fase dei lavori in Commissione, che ha permesso a tutti e soprattutto a molti deputati cattolici che chiedevano spazi non compressi per un provvedimento che tocca temi di coscienza, e avere ottenuto da tutti i Gruppi e dalla Presidenza della Camera tutto il tempo necessario, che ha progressivamente spostato l’approfondimento in aula, ad oggi, da fine gennaio al 27 febbraio, ieri alcune opposizioni al testo-base su iniziativa dell’On. Sisto, che non ha mai partecipato ai lavori della Commissione per tutta la loro durata, hanno speso quasi due ore necessarie all’esame dei restanti articoli in richieste di sospensione e suggestive ma non accoglibili inversioni procedurali”.
”Essendo fissata alle 24 di ieri la scadenza per l’esame completo degli emendamenti – continua Marazziti -, mi è dispiaciuto che, proprio chi avrebbe avuto più interesse ad utilizzare la lunga seduta prevista per lavorare a miglioramenti del testo già prima dell’esame e della fase emendativa in aula, non abbia utilizzato appieno tutte le possibilità. La sera di ieri è stata riempita dalle dichiarazioni-stampa di chi ha lasciato l’aula, con ricostruzioni, ovviamente, parziali, come accade nella comunicazione tutta politica. Il non accoglimento di una richiesta di sospensione senza limite – per presentare il quesito alla Presidenza della Camera sulla curiosa innovazione procedurale proposta – è stato descritto come rifiuto della Presidenza, tralasciando il fatto che l’accoglimento della proposta, strada più “indolore” per chi guidava la seduta, avrebbe fatto esaurire il tempo per le proposte emendative, proprio a danno dei Gruppi e dei parlamentari che più tardi hanno lasciato l’aula, e che più intendevano, o avrebbero avuto interesse a discutere nel merito il testo. Ma la politica, si sa, a volte è strana, e a volte diventa spiacevole. E si tralasciano i fatti per parlare ai “propri””.
“Ho garantito a tutti, con 10 sedute e molte riunioni informali, 32 ore di votazioni sugli emendamenti – anche si tratta di una legge di soli 5 articoli – spazi non comparabili ad altre pur complesse leggi. Tutti i miglioramenti ai primi due articoli – sottolinea Marazziti – sono stati bi-partisan, non corrispondendo a maggioranze precostituite, ma frutto del dialogo creato. Molti cambiamenti hanno reso il testo accettabile e condiviso anche a deputati cattolici, con riformulazioni accettate e proposte dalla relatrice. I temi posti sul tavolo, anche quando non è maturato, o non ancora maturato, un punto di vista comune, restano come sfide e opportunità ulteriori anche per l’aula. Per questo penso che non fosse necessario un ostruzionismo dell’ultimo giorno, deciso a priori, visto che l’emendamento Amato, anche se non fosse stato riformulato, esisteva da un mese e come di prassi sarebbero caduti gli emendamenti non aggiuntivi sullo stesso articolo 3. Nessun colpo di mano, nessun canguro o mini-canguro, solo un po’ di tempo perso e un’azione spiacevole verso la Presidenza che ha garantito tutti gli approfondimenti, spesso invitando a concentrare il dibattito sui punti-chiave anziché fare scorrere il tempo in maniera ripetitiva su emendamenti marginali o addirittura su materie già accolte dalla relatrice, non sempre ascoltato. La Presidenza della Camera si pronuncerà sul ricorso procedurale”.
”Nella sostanza – dice ancora Marazziti – i temi sensibili che vedono distanza radicale di vedute possono essere affrontati anche nelle prossime settimane. Il lavoro fatto sull’art. 1, sul consenso informato e le premesse chiaramente non eutanasiche della legge, all’art.2, sulle garanzie a favore della tutela dei disabili e di persone non autosufficienti e della loro vita, e l’approvazione dell’art.4 che offre una strada innovativa, la “pianificazione condivisa delle cure” come via maestra per ricostruire l’alleanza medico-paziente riconciliando i diritti della persona e la responsabilità medica in un percorso condiviso per chi entra in una fase difficile della vita per malattie cronico-degenerative, sono acquisizioni che possono essere importanti per ricucire contrapposizioni e ferite nel Paese. Quanto alle DAT, ho le mie opinioni personali e di coscienza e come deputato presenterò emendamenti che spero possano migliorare il testo attuale. Come Presidente della Commissione – conclude – continuerò a lavorare perché al di là dello scontro politico tra i gruppi, acuito dalla frammentazione e dall’incertezza di sistema, si lavori sul merito delle questioni”.
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