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Agroalimentare

L’agricoltura in Parlamento, atti di indirizzo e controllo di Camera e Senato

Le interrogazioni, risoluzioni, interpellanze e odg a tutela del made in Italy agroalimentare
fonte: AGV NEWS/AGRICOLAE
di Agricolae

AGRICOLAE riporta nel link qui di seguito le interrogazioni, le interpellanze, gli ordini del giorno e le risoluzione che vengono quotidianamente presentati alla Camera e al Senato a tutela del made in Italy agroalimentare. Pesca, agricoltura e industria alimentare in primo piano per i deputati e i senatori che lavorano gomito a gomito o uno contro l’altro, per cambiare la vita di chi lavora di terra e di mare. Qui a seguire il testo integrale

INTERROGAZIONE GALLINELLA, M5S CAMERA, SUI BENEFICIARI DEI FINANZIAMENTI EUROPEI

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10581

presentato da

GALLINELLA Filippo

testo di

Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

GALLINELLA, GAGNARLI e L’ABBATE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
con sentenza del 9 novembre 2010 la Corte di giustizia europea, sezione grande, ha dichiarato, a seguito di domande di decisione pregiudiziale proposte da un giudice tedesco, ai sensi dell’articolo 234 del trattato CE, l’invalidità degli articoli 42, paragrafo 1, punto 8-ter, e 44-bis del regolamento n. 1290/2005, relativo al finanziamento della politica agricola comune e del regolamento n. 259/2008 recante modalità di applicazione del regolamento n. 1290/2005, per quanto riguarda la pubblicazione di informazioni sui beneficiari dei finanziamenti provenienti dal fondo europeo agricolo di garanzia FEAGA e dal fondo europeo agricolo di sviluppo regionale FEASR, nella parte in cui, con riguardo a persone fisiche beneficiarie di aiuti, tali disposizioni impongono la pubblicazione di dati personali relativi ad ogni beneficiario, senza operare distinzioni sulla base di criteri pertinenti come i periodi durante i quali esse hanno percepito simili aiuti, la frequenza o ancora il tipo e l’entità di questi ultimi;
tra le motivazioni alla base della suddetta sentenza, la Corte ravvisa il superamento dei limiti imposti dal rispetto del principio di proporzionalità nella misura in cui le istituzioni comunitarie, nel prescrivere gli obblighi di pubblicità, non abbiano effettuato un equilibrato contemperamento tra gli obiettivi dell’articolo 44-bis del regolamento 1290/2205 e gli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che, come noto, sanciscono, tra l’altro, il diritto della persona al rispetto della propria vita privata;
il superamento dei limiti di cui sopra non si individua, sempre secondo la Corte, per quanto concerne le persone giuridiche, in quanto la gravità della lesione del diritto alla protezione dei dati personali si presenta in maniera differente per queste ultime e le persone fisiche;
è certamente democratico il principio secondo il quale i contribuenti hanno diritto ad essere correttamente informati sull’impiego delle finanze pubbliche e, tuttavia, la sentenza in parola intervenendo in un ambito come quello agricolo dove i beneficiari degli interventi sono anche persone fisiche, appare in qualche modo sacrificare tale obiettivo con il rischio di limitare la trasparenza sull’uso dei fondi comunitari a titolo PAC (politica agricola comune) e conseguentemente di peggiorarne la gestione finanziaria spesso, e a ragione, accusata di irregolarità e anomalie di ogni genere –:
se il Governo ritenga opportuno che, contrariamente a quanto avviene per le persone giuridiche, specie nell’attuazione dei progetti finanziati dalle politiche di coesione per i quali esistono apposite piattaforme di pubblicità dei dati, per le persone fisiche beneficiarie degli aiuti a titolo di PAC non sia possibile valutare l’utilizzazione delle risorse ed eventualmente quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché, pur nel rispetto di criteri pertinenti come i periodi durante i quali si sono percepiti gli aiuti, la frequenza o ancora il tipo e l’entità di questi ultimi, sia ripristinato l’obbligo di pubblicità dei dati relativi ai beneficiari.
(5-10581)

INTERROGAZIONE MINNUCCI, PD CAMERA, SUL LAGO DI BRACCIANO

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10587

presentato da

MINNUCCI Emiliano

testo di

Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

MINNUCCI, REALACCI, CARELLA, MAZZOLI, MELILLI, TERROSI, TIDEI e PIAZZONI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il lago di Bracciano, in provincia di Roma, sta subendo un costante abbassamento del livello delle proprie acque e, ad oggi, misura –1,20 metri dallo zero idrometrico; è necessario un intervento per salvaguardare i livelli delle acque del lago che, secondo uno studio svolto dall’Istituto di ricerca sulle acque (IRSA) del CNR, può sostenere un’escursione massima di –1,5 metri. Tale valore rappresenta il limite minimo di equilibrio che l’ecosistema lacustre di Bracciano può sostenere prima di essere gravemente compromesso, perdendo gran parte delle sue capacità di depurazione delle acque;
tale situazione sembrerebbe imputabile al continuo prelevamento delle acque ad opera di Acea Ato2, giunto persino a punte di 2500 litri/secondo, in concomitanza alla scarsità di piogge di questi mesi;
la predetta società, infatti, detiene la gestione di captazione per uso potabile delle acque del lago; tale concessione ha durata settantennale e prevede, appunto, la gestione di n. 4 paratoie a regolazione manuale ed un impianto di captazione per uso potabile;
nel 2015, un protocollo d’intesa ha dettato disposizioni per la regimazione dei livelli idrici del lago di Bracciano, con l’obiettivo di tutelare il territorio e definire le variazioni dei livelli minimi e massimi; tale progetto redatto dall’autorità regionale per la difesa del suolo (A.R.D.I.S.), è stato sottoscritto anche dai comuni lacustri di Anguillara Sabazia, Trevignano Romano e Bracciano, e della città metropolitana di Roma Capitale, dall’ente parco regionale di Bracciano e Martignano e dalla stessa Acea Ato2;
secondo tale protocollo tutti i soggetti partecipanti, e quindi anche Acea Ato2, si sono impegnati a garantire il mantenimento in condizioni ottimali del livello del lago, assicurando il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali e a perseguire i contenuti della direttiva quadro sulle acque – Direttiva 2000/60/CE, in termini di qualità e protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili;
inoltre, Acea Ato2, in virtù dei contenuti del disciplinare n. 12234/1989, è tenuta ad osservare le prescrizioni emanate a norma di legge dalle competenti autorità in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e della pesca;
nonostante il predetto protocollo il livello del lago continua a decrescere, probabilmente a causa dell’operato di Acea Ato2 che prosegue a prelevare le acque, seppur nel rispetto dei moduli medi concessi, senza preoccuparsi di salvaguardarne i livelli minimi e, soprattutto, utilizzando di fatto il lago stesso, viste le quantità di acqua prelevate costantemente, non più come «riserva idrica» quale è ma come vero e proprio bacino di approvvigionamento;
il rifornimento idrico incontrollato o, comunque, non svolto tenendo cura delle conseguenze per l’ambiente, come si osserva dalle numerose e ampie neo-aree acquitrinose e maleodoranti, può creare un grave danno ambientale permanente attraverso lo stravolgimento dell’intero ecosistema lacuale e conseguenti eventi fortemente negativi quali: riduzione delle capacità autodepurative del sistema, sostituzione e scomparsa di specie, riduzione della biodiversità, variazioni dell’idrodinamica costiera con accentuazione dei fenomeni erosivi, scomparsa dei siti di riproduzione dei pesci foraggio, riduzione della pressione idrostatica sulle falde, frane, nonché l’emersione di detriti pericolosi per l’incolumità e la salute pubblica –:
se sia a conoscenza della situazione in cui versa il lago di Bracciano a causa soprattutto del continuo prelevamento di acque da parte di Acea Ato2 così come sopra descritto e quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano intraprendere, anche attraverso un tavolo di confronto tra le parti interessate, per contrastare i previsti danni ambientali all’ecosistema del lago. (5-10587)

INTERROGAZIONE GALLINELLA, M5S CAMERA, SU NOMINE FEDERAZIONE ITALIANA DEI CONSORZI-AGRARI

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10595

presentato da

GALLINELLA Filippo

testo di

Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

GALLINELLA, GAGNARLI e L’ABBATE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
con decreto del 9 dicembre 2010 il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, ha nominato il dottor Baldanza e il dottor Venuti rispettivamente commissario e sub commissario della federazione italiana dei consorzi-agrari;
la nomina si è resa necessaria al fine di gestire le posizioni giuridiche attive e passive facenti capo alla Federconsorzi a seguito del suo scioglimento e per adempiere ai compiti e alle funzioni già affidati al commissario liquidatore;
l’interrogante ha più volte assunto iniziative nelle competenti sedi al fine di conoscere le attività svolte dall’organismo commissariale, anche alla luce degli ingenti compensi ad esso assegnati;
sul sito ufficiale del Ministero non è pubblicata alcuna notizia né altra informazione sull’operato dei suddetti commissari, specie con riferimento ai soggetti debitori e all’entità dei crediti derivanti dalla rendicontazione della gestione degli ammassi dei prodotti agricoli –:
se non ritenga necessario che il commissario della federazione italiana dei consorzi agrari fornisca urgentemente ogni utile elemento in merito alla attività svolta fino ad oggi, con particolare riferimento ai soggetti debitori e all’entità dei crediti, nonché alle azioni che intende intraprendere, anche al fine di accelerare le procedure necessarie alla chiusura del contenzioso e di porre così termine alla gestione commissariale. (5-10595)

INTERROGAZIONE BASILIO, M5S CAMERA, SU SEDE COMANDO CARABINIERI – NUCLEO FORESTALE – A ROMA

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15597

presentato da

BASILIO Tatiana

testo di

Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

BASILIO e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il portale t-news di tiscali ha pubblicato l’8 febbraio 2016 una notizia avente ad oggetto le condizioni strutturali in cui verserebbe il compendio immobiliare FIP, sede del nuovo comando dell’Arma dei carabinieri – nucleo forestale – a Roma;
la predetta struttura, che per anni ha ospitato gli uffici dell’Agenzia del demanio, è sita in Viale Antonio Ciamarra, nella zona di Cinecittà-est, a sud-est della città;
secondo la menzionata testata giornalistica, il compendio risulterebbe caratterizzato da una presenza notevole di fibre artificiali vetrose (FAV), sostanze altamente nocive per la salute umana e classificate nel 2016 dal Ministero della salute come sostanze con possibili effetti cancerogeni;
la veridicità delle notizie riportate sarebbe confermata anche da un recente provvedimento – la circolare n. 33/1-1 del 6 febbraio 2017 – con cui il Comando unità forestale, ambientale e agroalimentare dei carabinieri, nella persona del generale Antonio Ricciardi, invita il personale in servizio presso la struttura interessata ad assumere determinati accorgimenti ed, in particolare, ad evitare di causare lesioni di ogni genere nei pavimenti, a non eseguire interventi di foratura, rimozioni, tagli su pareti o soffitti, ad evitare di aprire gli impianti di climatizzazione;
se le notizie riportate dovessero risultare fondate, sarebbe davvero assurdo che la sede di servizio del nucleo carabinieri preposto alla tutela dell’ambiente sia essa stessa affetta da materiali cancerogeni, tali da mettere in pericolo la salute delle circa cento unità di personale attualmente impiegato nello stabile di Viale Ciamarra –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se essi trovino conferma;
se risultino, agli atti, precedenti lettere, comunicazioni o studi documentati, relativi alla eventuale presenza di fibre artificiali vetrose (FAV) nella struttura in questione;
se non ritengano opportuno, accertata l’attendibilità delle notizie, procedere con una rapida ricognizione dello stato di pericolosità dei materiali presenti nella struttura in questione;
se non ritengano opportuno e necessario, in attesa della rimozione dei materiali recanti sostanze cancerogene, provvedere al rapido trasferimento del personale interessato presso una struttura sicura e maggiormente salubre per la salute.
(4-15597)

INTERROGAZIONE RIZZO, M5S CAMERA, SU FIBRE DI AMIANTO 

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15607

presentato da

RIZZO Gianluca

testo di

Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

RIZZO, LUIGI DI MAIO, GRILLO, BASILIO, CORDA, FRUSONE e TOFALO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
le risultanze mediatiche, parlamentari e non in ultimo sanitarie hanno evidenziato che, nonostante il cosiddetto «tempo di pace», nelle Forze armate italiane, è in corso una «strage di innocenti», a seguito di patologie asbesto correlate;
si apprende, da una ricca ricerca storiografica, che negli scorsi decenni molti militari sono stati esposti a fibre di amianto, le quali fanno parte di componentistiche di mezzi in dotazione, quali elicotteri, navi mezzi pesanti e altro;
il Ministro della difesa, rispondendo il 10 agosto 2015 all’interrogazione n. 4-08875 presentata dal deputato e Luigi Di Maio, ha dichiarato che risultano 405 casi di «malattia asbesto correlati» con 211 decessi nello stesso periodo, in particolare: 45 decessi in Aeronautica, 50 nell’Arma Carabinieri, 39 nell’Esercito e 77 nella Marina militare;
ultimamente organi di stampa hanno riportato la notizia che coinvolge una caserma dell’Arma dei carabinieri del comando unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare di Roma di viale Ciamarra;
si riporta il testo di una circolare a firma del generale Ricciardi, con la quale si avvertiva il personale di stanza presso tale reparto, circa 100 unità, di prestare massima attenzione affinché non si venisse in contatto diretto con potenziali fibre di amianto di cui l’intero edificio sembra essere inquinato;
per i 100 lavoratori dunque, non è previsto l’immediato trasferimento in altro immobile per l’esecuzione dei compiti assegnati, ma si prescrive di evitare di venire a contatto con qualsiasi elemento possa creare pericoli da esposizione ad asbesto-derivati –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda intervenire per far luce sulla circolare emanata dal generale Ricciardi;
se, in ogni caso, non ritenga di assumere iniziative volte a far luce sulla questione dell’amianto negli immobili dell’Arma dei carabinieri;
come si concili con la normativa afferente al pericolo da asbesto derivati o da fibre artificiali vetrose, l’emanazione di una circolare con la quale si chiede di prestare massima attenzione affinché non si venga in contatto diretto con potenziali fibre di amianto da cui l’intero edificio sembra essere inquinato;
in che misura gli immobili gestiti dall’Arma dei carabinieri, quindi di proprietà o in locazione, dal punto di vista della presenza di amianto, risultano rispondenti alla normativa vigente.
(4-15607)