“Il nuovo record dell’export agroalimentare made in Italy è un’ottima notizia, che testimonia ancora una volta l’appeal delle nostre produzioni sostenuto da contenuti inequivocabili come la sicurezza alimentare, la qualità, la varietà. L’agroalimentare viaggia a suon di record: dai 33,6 miliardi del 2013 ai 34,3 del 2014, fino ai 36,8 del 2015 ed al nuovo record di 38,4 dello scorso anno. Per fare molto meglio occorre lavorare sul legame con il territorio, produrre bene ma anche di più, come suggerisce il saldo negativo tra import ed export agricolo. Nel valore dell’export agroalimentare c’è tanta agricoltura nazionale, ma anche tanta alta specializzazione italiana nella trasformazione di materia prima dell’agricoltura che siamo ancora costretti ad importare. Per il successo che il carattere distintivo del prodotto 100% italiano reca in sé sui mercati internazionali è, allora, opportuno rendere sempre più ferrei i vincoli di destinazione d’uso agricolo dei terreni, destinare nuovo spazio alle coltivazioni ed agli allevamenti italiani e determinare un sistema di filiera davvero coeso in cui trasformazione e distribuzione colgano pienamente il potenziale della materia prima agricola nazionale”. Lo ha affermato Pietro Minelli, presidente dell’Unione Generale Coltivatori, commentando il nuovo record dell’export agroalimentare made in Italy.