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Agroalimentare

L’agricoltura in Parlamento, atti di indirizzo e controllo di Camera e Senato

Le interrogazioni, risoluzioni, interpellanze e odg a tutela del made in Italy agroalimentare
fonte: AGV NEWS/AGRICOLAE
di Agricolae

AGRICOLAE riporta nel link qui di seguito le interrogazioni, le interpellanze, gli ordini del giorno e le risoluzione che vengono quotidianamente presentati alla Camera e al Senato a tutela del made in Italy agroalimentare. Pesca, agricoltura e industria alimentare in primo piano per i deputati e i senatori che lavorano gomito a gomito o uno contro l’altro, per cambiare la vita di chi lavora di terra e di mare. Qui a seguire il testo integrale

INTERROGAZIONE BERNINI, M5S CAMERA, SU DOTAZIONI ORGANICHE TRASFERITE DAL CORPO FORESTALE AI VIGILI DEL FUOCO

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15564

presentato da

BERNINI Massimiliano

testo di

Martedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

MASSIMILIANO BERNINI, TERZONI, BASILIO, PARENTELA e LUPO. — Al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, al Ministro della difesa, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
all’articolo 9 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, si legge che al Corpo nazionale dei vigili del fuoco (CNVVF) sono attribuite le seguenti competenze del Corpo forestale dello Stato in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi: a) concorso con le regioni nel contrasto degli incendi boschivi con l’ausilio di mezzi da terra e aerei; b)coordinamento delle operazioni di spegnimento, d’intesa con le regioni, anche per quanto concerne l’impiego dei gruppi di volontariato antincendi (AIB); c) partecipazione della struttura di coordinamento nazionale e a quelle regionali;
purtuttavia, nella legge 6 febbraio 2004, n. 36, «Nuovo ordinamento del Corpo forestale dello Stato» non vi è traccia di competenze esclusive del Corpo forestale dello Stato in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi, piuttosto all’articolo 2, comma 1, lettera l), tra le competenze del Corpo forestale dello Stato si annoverano: pubblico soccorso e interventi di rilievo nazionale di protezione civile su tutto il territorio nazionale, con riferimento anche al concorso con le regioni nella lotta attiva agli incendi boschivi e allo spegnimento con mezzi aerei degli stessi;
la «legge quadro in materia di incendi boschivi», legge 21 novembre 2000 n. 353, all’articolo 7 «Lotta attiva contro gli incendi boschivi», comma 5, riporta che «le regioni assicurano il coordinamento delle operazioni a terra anche ai fini dell’efficacia dell’intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi. A tali fini, le regioni possono avvalersi del Corpo forestale dello Stato tramite i centri operativi antincendi boschivi articolabili in nuclei operativi speciali e di protezione civile (…)»;
dalla legge delega n. 124 del 2015 (cosiddetta «legge Madia») si evince che il coordinamento per lo spegnimento degli incendi boschivi viene affidato ai Vigili del fuoco e non più alle regioni come da legge n. 353;
i Vigili del fuoco subentrano nel coordinamento, ad avviso degli interroganti, senza un’adeguata implementazione di personale, mezzi e trattamento economico; infatti, dal Corpo forestale dello Stato transitano ai vigili del fuoco solo 390 unità contro le 7.177 passate ai carabinieri (CC), di cui solo 10 dirigenti ai Vigili del fuoco e 95 ai carabinieri; inoltre, su 33 aeromobili, transitano ai Vigili del fuoco solamente 16 elicotteri;
gli incendi boschivi che hanno interessato la regione Liguria nel mese di gennaio 2017 hanno costretto i Vigili del fuoco a turni massacranti per fronteggiare al contempo più focolai vista l’esiguità delle dotazioni: un vigile ogni 15 mila abitanti, una caserma ogni 300 chilometri quadrati età media superiore a 50 anni, carenza e inadeguatezza dei mezzi di soccorso;
ad oggi, sul sito della protezione civile sulla pagina «attività rischio incendi» si legge che alle regioni compete, innanzitutto, l’attivazione delle sale operative per consentire il coordinamento dei diversi soggetti che concorrono alla lotta agli incendi; spetta alle stesse inoltre attivare i piani regionali di previsione, prevenzione e d’intervento aggiornati ogni anno ed elaborati su base provinciale –:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se l’articolo 9 del decreto legislativo n. 177 del 2016 debba essere interpretato come un trasferimento delle competenze in materia di coordinamento delle operazioni di spegnimento dalle regioni al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco;
se non ritengano urgente assumere iniziative per un chiarimento della normativa sulle funzioni di coordinamento;
se non ritengano urgente in vista delle prossime campagne antincendio, implementare l’organico e le risorse economiche e strumentali dei Vigili del fuoco, viste le nuove competenze attribuite agli stessi, dalla legge delega n. 124 del 2015;
se non si ritenga urgente assumere iniziative per rivedere la tabella A del decreto legislativo n. 177 del 2016 al fine di incrementare le dotazioni organiche trasferite dal Corpo forestale dello Stato ai Vigili del fuoco; parimenti, se non si intenda trasferire un maggior contingente di mezzi terrestri ed aerei dell’ex Corpo forestale dello Stato ai Vigili del fuoco. (4-15564)

INTERPELLANZA CANDIANI, LN-AUT SENATO, SU AIUTI AGRICOLTORI ZONE SISMICHE

Atto Senato

 

Interpellanza 2-00446

presentata da

STEFANO CANDIANI
martedì 14 febbraio 2017, seduta n.760

CANDIANI, ARRIGONI – Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Premesso che:

a partire dal 24 agosto 2016, i comuni delle regioni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo sono continuamente e duramente colpiti da un diffuso ed anomalo sciame sismico, che sta minando la vita delle persone e delle famiglie mettendole a durissima prova, sia sotto l’aspetto psicologico, che rispetto alle condizioni di vita e di lavoro, in quanto è stato duramente danneggiato il tessuto economico e produttivo delle zone interessate;

nel periodo dal 15 al 24 gennaio 2017, si sono aggiunte eccezionali nevicate, registrando un fenomeno tra i più intensi degli ultimi 100 anni, con 20 milioni di tonnellate di neve caduta al suolo solo in Abruzzo, andando a peggiorare ulteriormente un territorio reso già fragile dal terremoto. Nelle aree colpite di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo sono state sepolte dalla neve circa 3.000 aziende agricole e stalle, molte delle quali danneggiate e persino crollate, determinando, unitamente alla prolungata disalimentazione delle utenze elettriche e all’impercorribilità delle strade, enormi difficoltà a raggiungere il bestiame per alimentarlo, mungerlo, abbeverarlo;

a distanza di 5 mesi dalle prime scosse di agosto 2016, circa il 15 per cento delle strutture di protezione degli animali è stato completato. La situazione è insostenibile, sia per gli uomini, sia per gli animali, che sono rimasti nelle campagne, dove si registrano pesanti ritardi ed inefficienze burocratiche;

gli allevatori, a tutt’oggi, non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore (sono circa 100.000 gli animali allevati) costretti al freddo, con il rischio di malattie o morti o nelle strutture pericolanti, che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse. Sarebbero 1.000 gli animali morti, feriti e abortiti nelle zone terremotate;

vi sono stalle dove ancora oggi occorre garantire l’operatività degli impianti di mungitura e abbeveraggio, ma anche la consegna dei mangimi per l’alimentazione del bestiame, fino ad arrivare al trasferimento degli stessi su mezzi idonei ed alla loro sistemazione in nuovi ricoveri;

esistono diversi comuni delle suddette regioni che, pur interessati dagli eventi sismici e meteorologici del gennaio 2017, non sembrano, però, essere ricompresi nel cratere sismico di cui agli allegati 1 e 2 del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229, nonché ulteriori zone che risultano colpite esclusivamente dagli eventi meteorologici e sulle quali non sembra sia stato adottato alcun provvedimento;

la delibera del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2017 estende gli effetti della dichiarazione di stato di emergenza, adottato con la delibera del 25 agosto 2016, anche agli eventi sismici del 18 gennaio 2017, che hanno colpito nuovamente il territorio delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, colpiti anche dagli eccezionali fenomeni meteorologici a partire dalla seconda decade dello stesso mese;

si deve dare la possibilità alle zone “escluse” dal cratere, come definito dal decreto-legge n. 189 del 2016, di accedere alle medesime provvidenze per le zone terremotate previste dallo stesso “decreto-legge terremoto”;

il regolamento delegato (UE) n. 2016/1613 della commissione dell’8 settembre 2016 prevede un aiuto eccezionale di adattamento per i produttori di latte e gli allevatori di altri settori zootecnici;

risulta che sia in fase di determinazione il decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali che da attuazione al regolamento delegato (UE) n. 2016/1613, al fine di assicurare la continuità produttiva delle attività zootecniche che operano nei comuni di cui all’articolo 1 del decreto-legge n. 189 del 2016;

il PSR (programma di sviluppo rurale) è un programma settennale di finanziamenti europei che nasce dal regolamento (UE) n. 1305/2013. Il programma è ormai la più importante fonte di contributi e di sostegno per gli imprenditori agricoli e forestali. Grazie ad esso gli imprenditori agricoli e forestali possono realizzare progetti e investimenti per il miglioramento delle proprie aziende e del settore agro-forestale;

le domande di contributo al PSR vengono presentate prevalentemente on line e vista la difficoltà nelle comunicazioni e, in alcuni casi, il perdurare di problemi di collegamento internet, nonché l’impossibilità per molti agricoltori di fare una stima dei danni in tempi brevi, al fine di inserire detti dati nella domanda, questi attualmente non si trovano nelle condizioni di presentare le domande entro la scadenza stabilita;

nelle regioni interessate di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo è operativo il dispositivo di intervento del servizio nazionale della Protezione civile, che si era attivato a seguito dell’evento del 24 agosto 2016, e che si è rimodulato per fronteggiare le nuove e ulteriori esigenze sopravvenute. Sembra, però, che non sia sufficiente a far fronte a tutte le esigenze delle popolazioni e degli allevatori delle regioni;

gli agricoltori, ma soprattutto gli allevatori abruzzesi, colpiti dalla situazione eccezionale creata dal terremoto continuo e dalle calamità atmosferiche, che hanno pesantemente compromesso la sopravvivenza delle attività, attendono immediati e concreti provvedimenti, prima che sia troppo tardi per salvare il salvabile,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano quanto mai opportuno che le provvidenze previste, sia dal decreto-legge n. 189 del 2016, che dal prossimo decreto ministeriale di attuazione del regolamento delegato (UE) n. 2016/1613, siano estese anche a quelle zone ubicate nelle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, che sono poste al di fuori del cratere sismico, come individuato dal suddetto decreto-legge, ma che, al tempo stesso, hanno subito danni in misura rilevante dagli eventi sismici e meteorologici del gennaio 2017;

visto il perdurare delle condizioni di emergenza nel quale insistono le regioni del Centro Italia a seguito degli eventi che si susseguono e continuano a susseguirsi dal 24 agosto 2016, se non intendano, per quanto di competenza, prevedere forme di semplificazione, sia amministrativa che burocratica, al fine di dare tempi certi e rapidi per l’istruttoria delle pratiche finanziarie e per il rilascio di autorizzazioni, per agevolare nelle procedure gli agricoltori che si trovano attualmente nell’impossibilità di presentare le domande e dare loro un sollecito ristoro economico, perché possano riprendere quanto prima l’attività agricola e condizioni di vita le più prossime possibili alla normalità;

se non ritengano appropriato prevedere anche forme di esenzione da bolli, imposte e tasse per l’istruttoria delle pratiche di richiesta di rimborsi, autorizzazioni, eccetera;

se non intendano porre in essere interventi, nell’ambito delle rispettive competenze, affinché le Regioni interessate dai recenti eventi sismici e atmosferici prevedano di prorogare, almeno di 90 giorni, tutti gli attuali termini di scadenza previsti per le misure del programma di sviluppo rurale, al fine di permettere agli agricoltori, attualmente nell’impossibilità di assolvere alle procedure per la presentazione delle domande di contributo, di accedervi;

se intendano potenziare ulteriormente la presenza, nelle zone interessate dal sisma del Centro Italia, del dispositivo di intervento del servizio nazionale della Protezione civile, affinché possano provvedere ad aiutare gli agricoltori nella risoluzione di uno dei primi e più importati problemi logistici che gli allevatori stanno affrontando in continua emergenza, potendo solo contare sulla generosità ed aiuto di altrettanti agricoltori di altre zone del Paese, ovvero l’alimentazione degli animali e la ricostruzione delle stalle.

(2-00446)

INTERPELLANZA BERNINI, M5S CAMERA, SU ONERI FORMAZIONE PERSONALE SERVIZIO AEREO TRANSITATO NEI CARABINIERI

Atto Camera

 

Interpellanza 2-01655

presentato da

BERNINI Massimiliano

testo di

Martedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dell’interno, per sapere – premesso che:
per effetto del decreto legislativo n. 177 del 2016, a partire dal 1o gennaio 2017, il COA (centro operativo aereo) del Corpo forestale dello Stato è smembrato tra carabinieri e Corpo nazionale dei vigili del fuoco; vanno ai carabinieri n. 5 AB412 EP (con matricola militare), n. 3 AW109N, n. 8 NH500D e l’aereo P180 Avanti per un totale di 17 aeromobili; transitano invece ai vigili del fuoco 16 elicotteri;
vanno ai carabinieri le basi aeree di Belluno e Pescara, le uniche ad essere dimensionate per ospitare gli elicotteri antincendio Erickson S64F transitati ai vigili del fuoco, oltre a quelle di Rieti e Roma Urbe; ciò comporterà ulteriori oneri per le casse dello Stato per l’adeguamento delle strutture dei vigili del fuoco;
presso la base di Pescara, a seguito del transito di un solo pilota ed 11 specialisti dall’ex Corpo forestale dello Stato, l’operatività verrà garantita solo con l’arrivo di personale supplementare del NEC (nucleo elicottero carabinieri);
l’organico del COA comprendeva 79 piloti, 103 specialisti e 31 tecnici amministrativi, in molti casi posti di fronte alla scelta di essere militarizzati e trasferiti – pur di continuare a lavorare nel reparto aereo – o di non essere trasferiti ma di dover abbandonare il lavoro aeronautico, col rischio di disperdere professionalità acquisite a spese dello Stato;
il Corpo forestale dello Stato aveva l’unico servizio aereo in Italia di Stato dotato di una organizzazione EASA (European Aviation Safety Agency), con certificato di operatore aereo Cola che avrebbe permesso in caso di intera acquisizione dei mezzi aerei dei vigili del fuoco di conformarsi alle norme europee garantendo al personale interessato la possibilità di effettuare servizi come l’HEMS che ad oggi sono allo stesso impediti ed affidati a ditte private; inoltre, i piloti del P180 hanno effettuato anche un corso Airline Transport Pilot License di 24 mesi;
col passaggio ai carabinieri il personale dovrà essere riqualificato con corsi pagati dai contribuenti per la conversione delle licenze civili in militari;
si dovranno necessariamente interrompere i corsi civili di pilotaggio già attivati, con conseguente sperpero di denaro pubblico;
il passaggio comporterà la «messa a terra» di quasi tutte le linee degli aeromobili per l’adeguamento tecnico di tutti gli apparati (TACAN, UHF, livree e altro) e l’adeguamento giuridico alla normativa militare;
la gestione dell’aeronavigabilità del P180 era fatta secondo la normativa EASA e con un software di gestione tecnica del tipo in uso alle linee aeree civili, ed entrambi non applicabili alla eventuale gestione militare dei carabinieri, fatte salve onerose conversioni che svaluterebbero il velivolo; inoltre, il P180 è stato acquistato in leasing quindi spetterà ai carabinieri l’onere del pagamento delle rate residue fino al 2018;
gli AB412EP acquisiti differiscono dagli AB412HP dei carabinieri che non potendo perciò essere «cannibalizzati» costringeranno l’incremento da parte dell’Arma dei magazzini speciali aeronautici, mentre per gli NH500D sarà necessario predisporre ex-novo una struttura capace di gestirli garantendone una aeronavigabilità continua;
appare irrazionale che il nucleo elicotteri dei carabinieri con sede presso l’aeroporto di Pratica di mare si doti di altre basi, quella di Roma Urbe, di Rieti e di Pescara a pochi minuti di volo tra loro;
a parere degli interpellanti al momento è disatteso l’articolo 13 del decreto legislativo n. 177 del 2016 secondo il quale attraverso uno o più decreti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e finanze e degli altri Ministri interessati, da adottarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo citato, sono individuati le risorse finanziarie, i beni immobili in uso ascritti al demanio o al patrimonio indisponibile dello Stato, gli strumenti, i mezzi, gli animali, gli apparati, le infrastrutture e ogni altra pertinenza del corpo forestale dello Stato che sono trasferiti –:
se siano a conoscenze dei fatti esposti in premessa;
quali siano le tempistiche e l’ammontare delle spese dirette ed indirette dell’adeguamento della flotta aerea del corpo forestale dello Stato transitata nei carabinieri nonché per l’adeguamento logistico ai criteri dell’Arma e dei vigili del fuoco delle basi aeree del COA;
quale sia l’ammontare degli oneri per le casse dello Stato per l’adeguamento e la formazione del personale del servizio aereo transitato nei carabinieri;
quali siano i criteri adottati nel riparto degli aeromobili e delle basi aeree dell’ex-COA tra carabinieri e vigili del fuoco rispetto all’articolo 13 del decreto legislativo n. 177 del 2016;
se sia prevista una gestione civile da parte dei carabinieri della linea NH500D e del P180 o se saranno previste deroghe, e se il contratto in leasing di quest’ultimo, verrà ceduto all’Arma, e quale sarà la tipologia d’impiego;
se l’assorbimento del servizio aereo del forestale dello Stato comporterà un risparmio di spesa pubblica.
(2-01655) «Massimiliano Bernini, Terzoni, Basilio, Lupo, Parentela».

INTERROGAZIONE BERNINI, M5S CAMERA, SU RICORSI EX-FORESTALI

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15566

presentato da

BERNINI Massimiliano

testo di

Martedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

MASSIMILIANO BERNINI, TERZONI, BASILIO, LUPO e PARENTELA. — Al Ministro della difesa, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell’interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
l’articolo 12 del decreto legislativo n. 177 del 2016, individua per ruolo di appartenenza, sulla base dello stato matricolare e dell’ulteriore documentazione attestante il servizio prestato, l’amministrazione presso la quale ciascuna unità di personale ex-CFS (Corpo forestale dello Stato) è assegnata;
coi decreti del capo del Corpo forestale dello Stato n. 81268, 81270, 81271, 81272 e 81273 del 31 ottobre 2016, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha individuato il personale dirigente e non, da assegnare agli istituendi ruoli AIB (antincendio boschivo), ovvero al Corpo nazionale dei vigili del fuoco (CNVVF), secondo le equiparazioni tra i ruoli e le qualifiche previste dalla tabella B del decreto legislativo n. 177 del 2016, pubblicati nel supplemento al bollettino ufficiale del Corpo forestale dello Stato del 7 novembre 2016; il 7 novembre 2016 è pubblicato nel supplemento al bollettino ufficiale, il decreto del Capo del Corpo forestale dello Stato n. 81275;
il decreto del capo del Corpo forestale dello Stato n. 81276 del 31 ottobre 2016 reca l’individuazione delle unità di personale appartenente al ruolo direttivo dei funzionari del Corpo forestale dello Stato assegnate ai carabinieri, pubblicato nel supplemento al bollettino ufficiale del Corpo forestale dello Stato del 7 novembre 2016;
la nota prot. n. 93701 del 9 dicembre 2016 del direttore della divisione 12a dell’ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato e il decreto del capo del Corpo forestale dello Stato n. 29 del 19 aprile 2016, prevedono in alcune parti l’assegnazione del personale ricorrente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco anziché all’Arma dei carabinieri;
con le note del 95138 e 97233 rispettivamente del 14 e 20 dicembre 2016 il Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali ha trasmesso le tabelle contenenti i dati relativi al personale del Corpo forestale dello Stato che, a decorrere dal 1o gennaio 2017, è assegnato al Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
il 24 novembre 2016 è emanata la nota n. 88869 del Capo del Corpo forestale dello Stato riportante la pubblicazione (solo) sul sito del dipartimento della funzione pubblica del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 novembre 2016; nei venti giorni successivi alla pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il personale può presentare domanda per il transito in mobilità ad altra amministrazione statale tra quelle individuate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; il termine era fissato perciò alle ore 24 del 13 dicembre 2016;
secondo il comma 6 dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 177 del 2016, se alla data del 15 novembre 2016 il personale abbia presentato domanda ma non sia stato ricollocato in altre amministrazioni individuate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e non abbia optato per la riassegnazione, previo esame congiunto con le organizzazioni sindacali, viene ricollocato;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 novembre 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 3 gennaio 2017;
dal 13 dicembre al 26 gennaio 2017, i TAR per la Puglia e per il Molise pubblicano le ordinanze per la sospensione dell’efficacia e dell’esecutività dei decreto del capo del Corpo forestale dello Stato n. 81268, n. 81270, n. 81275 e n. 81276;
le sigle sindacali hanno depositato presso i TAR migliaia di ricorsi presentati da altrettanti ex-forestali allo scopo di accertare la sussistenza dei diritti e delle prerogative, di evidenziare i profili di incostituzionalità e la lesione dei princìpi di uguaglianza e ragionevolezza, nonché delle libertà di pensiero e di coscienza derivante dalla militarizzazione –:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intendano adottare per non calpestare le professionalità e i diritti acquisiti del personale ex-Corpo forestale dello Stato;
se le pronunce emesse non rischino di inficiare quanto previsto dalla Tabella A del decreto legislativo n. 177 del 2016, nonché la procedura di cui il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 novembre 2016 ovvero, se non si ritenga di dover riaprire i termini per transito in mobilità ad altra amministrazione statale;
in che modo si intenda rispettare quanto previsto dal comma 6 dell’articolo 12 del decreto legislativo n. 177 del 2016 ovvero se si intenda avviare con sollecitudine un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali di categoria presso il dipartimento della funzione pubblica;
quale sarà il destino professionale del personale oggetto delle sospensive.
(4-15566)

INTERROGAZIONE MARZANA, M5S CAMERA, SU ARAS

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10567

presentato da

MARZANA Maria

testo di

Martedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

MARZANA, GALLINELLA, L’ABBATE, LUPO, MASSIMILIANO BERNINI, D’UVA e LOREFICE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
l’associazione regionale allevatori della Sicilia (Aras opera da 50 anni, su delega dello Stato e della regione Siciliana ed attua la selezione del bestiame e l’assistenza agronomico-veterinaria nello specifico, ad oggi l’ARAS occupa, a tempo indeterminato, circa 127 lavoratori (tecnici, agronomi, veterinari, agrotecnici ed amministrativi);
sono circa 4000 gli allevamenti zootecnici siciliani aderenti all’Aras, con un patrimonio di circa 100.000 bovini, 600.000 ovi-caprini, 25.000 suini, oltre 15.000 equidi, per un fatturato accertato di oltre 250 milioni di euro;
con legge regionale n. 12 del 1989, articolo 6, la regione siciliana si impegna alla copertura finanziaria ed alla vigilanza sui vari progetti svolti dall’Aras;
con legge regionale n. 33 del 1996, articolo 15, si prevede l’accorpamento delle funzioni, del personale, delle sedi e delle attrezzature dell’Aras all’Istituto sperimentale zootecnico della Sicilia;
con legge regionale n. 39 del 1997, articolo 57, la regione siciliana si avvale dell’Aras per l’attuazione e l’avvio delle attività di identificazione del bestiame e l’assistenza tecnica agli allevatori siciliani;
l’attività svolta dall’associazione regionale allevatori della Sicilia per conto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’assessorato delle risorse agricole alimentari della regione riguarda molteplici attività: tenuta dei libri genealogici; consulenza tecnica, miglioramento qualità latte e formaggi, servizio controllo impianti di mungitura, fiere e manifestazioni zootecniche; regolamenti dell’Unione europea; qualità latte (regolamento (CE) 73/2009, articolo 68); marcatura bestiame (legge regionale n. 33 del 1997, articolo 57); anagrafe bestiame (decreto ministeriale del 31 gennaio 2002, articolo 14); incenerimento carcasse (legge regionale n. 20 del 2010); tipicizzazione formaggi e carni (riconoscimento Dop e consorzi di tutela); tracciabilità e sicurezza alimentare dei prodotti zootecnici;
eppure da diversi anni la struttura dell’Aras ha subito un collasso organizzativo, finanziario ed amministrativo, tanto da determinare dal 28 dicembre 2009 la nomina di un commissario da parte dell’Associazione italiana allevatori (A.I.A.), con conseguente destituzione del presidente, della giunta e del consiglio direttivo;
dal 6 gennaio 2010 la gestione dell’Aras, pur essendo stata affidata ad un commissario, a tutt’oggi, non registra alcun miglioramento sia sotto il profilo gestionale che finanziario: anzi si è ulteriormente aggravata, anche in relazione ai tanti decreti ingiuntivi da parte di operatori e fornitori, portando a dei primi esuberi, mentre per gli altri lavoratori ad un contratto di solidarietà con una riduzione notevole dei salari;
con nota prot. 3766/16 del 3 novembre 2016 è stata procedura per il licenziamento collettivo di 56 lavoratori occupati in tutte le sedi operative dell’Aras, nonostante l’approvazione in data 30 novembre 2016 da parte dell’Assemblea regionale siciliana dell’assestamento di bilancio (articolo 21) con un intervento di 1.300.000,00 euro per implementare i servizi resi agli allevatori;
il prolungarsi della situazione di crisi potrebbe essere sintomatico di criticità nella gestione delle risorse che, per oltre il 95 per cento, sono erogate dalla regione siciliana e dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;
si tratta di un’associazione che per la sua funzione va certamente salvaguardata –:
se il Ministro interrogato non ritenga di convocare, per quanto di competenza, un tavolo di confronto in sede ministeriale per l’elaborazione di un piano di rilancio e di revisione della governancedell’Aras;
se non ritenga di assumere ogni iniziativa di competenza per garantire una riduzione dei costi, nonché la salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti, finalità che potrebbero essere meglio perseguite con l’accorpamento dell’Aras all’Istituto sperimentale zootecnico;
se non ritenga urgente promuovere l’avvio, per quanto di competenza, di un’azione di verifica in merito alle anomalie gestionali e finanziarie dell’ente, allo scopo di appurare la corretta gestione dei contributi pubblici erogati. (5-10567)

INTERROGAZIONE BERNINI, M5S CAMERA, SU CORPO FORESTALE

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15565

presentato da

BERNINI Massimiliano

testo di

Martedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

MASSIMILIANO BERNINI, TERZONI, BASILIO, PARENTELA e LUPO. — Al Ministro della difesa, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
con il decreto legislativo n. 177 del 2016, attuativo della «legge Madia», che prevede l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato (CFS), 6.519 agenti della forestale e 658 unità del personale tecnico amministrativo non in divisa e non armato diventeranno carabinieri, acquisendo ai sensi dell’articolo 14 lo status giuridico di militari;
prima dello scioglimento, la consistenza al 28 agosto senza facoltà assunzionali del personale tecnico amministrativo del Corpo forestale dello Stato, annoverava 692 unità, comprendendo anche soggetti con disabilità ed obiettori di coscienza;
assumendo lo status giuridico di militari, gli «ex-forestali», soggetti precedentemente all’ordinamento civile, perciò ai giudici ordinari, diventeranno cittadini soggetti all’ordinamento militare perciò ai giudici militari;
con la militarizzazione si ha una profonda compressione dei diritti tutelati dalla Costituzione, perdendo non per loro scelta, il diritto di associarsi liberamente (articolo 18), i pieni diritti sindacali (articolo 39) e il diritto di sciopero (articolo 40);
la militarizzazione coattiva del personale femminile investe il principio di eguaglianza (articolo 3), perché contrasta con la norma generale secondo cui le donne possono svolgere il servizio militare esclusivamente su base volontaria (legge n. 380 del 1999, articolo 1);
la militarizzazione del Corpo forestale dello Stato operata dal Governo Renzi ha, secondo gli interroganti, ripercussioni sul principio fondamentale contenuto nell’articolo 2 della Costituzione: «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale»;
nella progressione di carriera, nella fase transitoria e a regime, si creeranno disparità di trattamento tra gli ufficiali del ruolo speciale dei carabinieri e quelli del ruolo normale, sia nei confronti degli altri comandanti/dirigenti delle altre forze di polizia sia ad ordinamento militare che civile;
con la legge 23 agosto 2004, n. 226, sono sospese a decorrere dal 1o gennaio 2005, le chiamate per lo svolgimento del servizio di leva; in attuazione dell’articolo 52 della Costituzione, il servizio militare è obbligatorio nei casi e con le modalità stabilite dal codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 e successive modifiche) e il contingente militare fissato dal Ministro della difesa è ripartito tra l’Esercito, Marina e l’Aeronautica militare;
col trasferimento ai Carabinieri di circa 1.000 stazioni forestali sparse su tutto il territorio nazionale tranne che nelle cinque regioni a statuto speciale che dispongono di propri Corpi forestali, si apriranno notevoli problemi gestionali e normativi; infatti, nelle regioni a statuto speciale si prospetta il rischio di un conflitto di competenze (le medesime) tra corpi regionali e Carabinieri che svolgono le sue funzioni su tutto il territorio nazionale –:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali iniziative si intendano assumere per il superamento delle disparità negli avanzamenti di carriera all’interno dell’Arma e rispetto le altre forze di polizia ad ordinamento civile e militare;
in che modo si intendano superare i conflitti di competenze tra il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare e i Corpi forestali regionali nelle regioni autonome. (4-15565)

INTERROGAZIONE FATTORI, M5S SENATO, SUGLI OGM

Atto Senato

 

Interrogazione a risposta orale 3-03491

presentata da

ELENA FATTORI
martedì 14 febbraio 2017, seduta n.760

FATTORI, DONNO, MORONESE, PUGLIA, GIARRUSSO, PAGLINI, SCIBONA – Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute – Premesso che:

in materia di OGM (organismi geneticamente modificati), dall’inizio della XVII Legislatura, l’indirizzo del Parlamento è stato chiaramente avverso allo sviluppo delle colture transgeniche nel nostro Paese;

la modifica alla direttiva di riferimento, 2001/18/CE, sfociata nella direttiva 2015/412/UE, dà la possibilità agli Stati membri di decidere sull’immissione nel proprio territorio di OGM;

considerato che:

il Parlamento italiano ha adottato un elevato numero di atti di indirizzo che impegnavano il Governo a prendere posizioni nette rispetto al mais geneticamente modificato prodotto dalle società Monsanto Company (Mon810) e Piooner (TC1507), che, rispettivamente, richiedono un prolungamento dell’autorizzazione e un’autorizzazione exnovo;

inoltre, tali orientamenti hanno visto nel tempo l’emanazione di due decreti interministeriali di divieto di introduzione in agricoltura del Mon810, il decreto 12 luglio 2013 recante “Adozione delle misure d’urgenza ai sensi dell’art. 54 del regolamento (CE) n. 178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810” e il decreto di proroga del 22 gennaio 2015, entrambi del Ministero della salute di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

in particolare, il Senato ha impegnato il Governo, contro il Mon810, con l’ordine del giorno G1 (testo 3) alla mozione 1-00042, approvato nella seduta n. 25 del 21 maggio 2013, “ad adottare la clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE e/o ad adottare la misura cautelare di cui all’articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003, in base alla procedura prevista dall’articolo 54 del regolamento (CE) n. 178/2002, a tutela della salute umana, dell’ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano”;

relativamente all’autorizzazione, in sede europea, richiesta da Pioneer per l’OGM TC1507, veniva votata presso la 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato una risoluzione (doc. XXIV, n. 16 del 18 dicembre 2013) che impegnava il Governo: “ad esprimere in sede europea voto negativo nei confronti dell’autorizzazione alla coltivazione del mais TC1507”;

considerato inoltre che, a quanto risulta agli interroganti:

il 27 gennaio 2017, era prevista una riunione del Comitato permanente e del Comitato di regolazione in seno all’Unione europea per prorogare l’autorizzazione per il Mon810 e per autorizzare ex novo il mais Bt11 e il TC1507;

inoltre, sempre il 27 gennaio 2017, l’agenzia di stampa “Agrapress” informava che “si è tenuta oggi per la prima volta la riunione congiunta del comitato permanente sugli ogm e il comitato di regolazione previsto dalla nuova direttiva comunitaria in materia per discutere, tra gli altri punti all’ordine del giorno, del rinnovo dell’autorizzazione del mais mon810 e dell’autorizzazione dei mais 1507 e bt11. La nuova direttiva (2015/412), che prevede la possibilità di opt-out per gli stati membri che non vogliono coltivare un determinato ogm sul proprio territorio e che era stata pensata per sbloccare il processo decisionale sui prodotti transgenici in realtà non ha dato il risultato sperato, non essendosi formata una maggioranza sufficiente a favore o contro. dodici stati membri hanno votato no alla ri-autorizzazione del mon 810, 10 a favore, e 6 si sono astenuti. per quanto riguarda le autorizzazioni di mais gm 1507 e bt 11, 13 stati membri hanno votato contro, 8 a favore e 7 si sono astenuti. in tutte e tre i casi, a quanto riferiscono autorevoli fonti di stampa, l’Italia ha votato a favore dell’autorizzazione. Adesso, la questione sarà portata nella commissione d’appello”;

considerato infine che, a parere degli interroganti:

si evidenzia, dunque, una posizione dell’Italia del tutto favorevole alle autorizzazioni, che non hanno però raggiunto la necessaria maggioranza qualificata, ponendo di nuovo tutto nelle mani della Commissione europea che potrà decidere arbitrariamente, anche se nel voto previsto a luglio 2017 dovesse mancare tale tipo di maggioranza;

altresì, appare palese la violazione degli atti di indirizzo parlamentare, gesto istituzionalmente gravissimo, asseverato, secondo quanto risulta agli interroganti, anche da documentazione interna al Ministero dell’ambiente. Ciò anche in considerazione di una risposta che, come risulta agli interroganti, sarebbe stata fornita a seguito della richiesta della dottoressa Annarita Mosetti del Ministero della salute (protocollo 1177P, indirizzato al Ministero dell’ambiente) dal dottor Carlo Zaghi della Direzione generale per le valutazioni e autorizzazioni ambientali – Dirigente divisione IV – Valutazione e riduzione dei rischi ambientali derivanti da prodotti chimici e organismi geneticamente modificati. In detta risposta si farebbe riferimento a un parere dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul Bt11 e il TC 1507 non ancora reso pubblico, del 24 gennaio 2017, a seguito del quale si propone l’astensione nella votazione per il Bt11 e il TC 1507, in seno al comitato permanente e di una votazione favorevole eventuale in caso di “proposte da adottare ai sensi della Ce 18/2001”; si sostanzierebbe, dunque, un parere di carattere politico effettuato da un dirigente,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza del risultato delle suddette votazioni e delle indicazioni di voto che sarebbero state date internamente al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

quali siano le motivazioni che giustifichino la circostanza verificatasi, anche in considerazione del fatto che, a parere degli interroganti, l’azione politica esercitata non rispetterebbe le indicazioni di indirizzo fornite dal Parlamento;

quali siano le intenzioni di voto che saranno esercitate nel corso della citata prossima riunione del comitato permanente prevista per il mese di luglio 2017.

(3-03491)