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Economia, Conti pubblici

Conti pubblici, Ocse: In Italia ripresa debole, resta problema produttività

“Il rifiuto della riforma costituzionale in occasione del referendum nel dicembre 2016 è un fattore che rischia di rallentare il processo delle riforme”. Gurria: Il Jobs Act è un’importante riforma economica e sociale"
fonte: ilVelino/AGV NEWS
di Francesco Cosentino e Alessandro Sperandio

L’Italia sta “lentamente uscendo da una lunga e profonda recessione”, con l’ausilio “di una serie di riforme strutturali – come il Jobs Act – e di politiche monetarie e di bilancio accomodanti”. E’ quanto afferma l’Ocse nell’Economic Survey’ sull’Italia che rivede leggermente al rialzo la stima di crescita del Pil allo 0,9% nel 2016 e all’1% nel 2017 rispetto alle previsioni di novembre che stimava una crescita, rispettivamente, dello 0,8% e dello 0,9%. Il rapporto tra deficit e Pil, al netto degli impegni assunti con l’Unione europea, si attesterà al 2,3% quest’anno per poi scendere al 2,2% il prossimo, mentre il rapporto tra debito e Pil è stimato al 132,7% nel 2017 e in calo al 132,1% nel 2018.

BENE IL JOBS ACT – Secondo lo studio dell’Ocse, il Jobs Act e gli esoneri contributivi temporanei per i nuovi contratti a tempo indeterminato “hanno contribuito a far aumentare l’occupazione e i consumi”. MALE PRODUTTIVITÀ E INVESTIMENTI – La ripresa italiana “resta tuttavia debole a causa di uno scarso livello d’investimenti e del difficile contesto internazionale”, dice l’Ocse. “La crescita della produttività resta limitata e i vantaggi della crescita non sono abbastanza condivisi nell’insieme del Paese. Le inefficienze dell’amministrazione pubblica e del sistema giudiziario, e uno scarso livello di concorrenza in alcuni settori, ostacolano il dinamismo imprenditoriale. Il rifiuto della riforma costituzionale in occasione del referendum nel dicembre 2016 è un fattore che rischia di rallentare il processo delle riforme”.

LOTTA ALLA POVERTÀ – “Il governo ha intenzione di stanziare un miliardo di euro l’anno per il reddito di inclusione. Si tratta di un passo nella giusta direzione”, anche se il costo per occuparsi di tutte le persone “che vivono in condizione di povertà assoluta” si stima attorno ai “7-8 miliardi”, dice l’Ocse. IMU – Secondo l’Ocse la tassazione degli immobili residenziali è “favorevole alla crescita” e definisce “un passo indietro” l’abolizione di Imu e Tasi sulle prime case. L’organizzazione invita a “reintrodurre le tasse sulle prime case così da generare lo spazio fiscale per ridurre la tassazione sulle attività produttive”.

GURRIA – “Viviamo in tempi sempre più incerti. Oggi, l’economia globale si è impantanata intorno al 3 per cento e il commercio e la crescita degli investimenti è lenta. Stiamo anche assistendo a un aumento globale delle disuguaglianze e a una reazione contro la globalizzazione. Nonostante questo contesto globale difficile, l’Italia ha fatto riforme importanti. Prevediamo che l’economia italiana crescerà ad un tasso dell’1 per cento per il 2017 e il 2018”. Lo ha sottolineato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, alla presentazione del Rapporto “Economic Survey of Italy 2017”, alla presenza fra gli altri di Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze. “Le riforme hanno contribuito a creare 3,2 milioni di nuovi contratti a tempo indeterminato e ad aumentare l’occupazione totale del 2 per cento dall’inizio del 2015. Anche le finanze pubbliche italiane sono migliorate, con il deficit giù al 2,4 per cento del Pil nel 2016. Questo progresso è stato sostenuto da nuove riforme (come il Jobs Act e i tagli dei contributi sociali per i nuovi contratti a tempo indeterminato), ma anche dall’attuazione delle riforme approvate dai precedenti governi”.

Nonostante questi risultati, avverte però il segretario dell’Ocse, “il recupero in Italia rimane debole a causa dei bassi investimenti. La crescita dell’occupazione è rallentata e la disoccupazione rimane elevata, in particolare tra i giovani (il 40 per cento dei giovani in Italia resta senza lavoro, un dato molto più alto rispetto alla media Ocse del 13 per cento); il settore bancario soffre di profitti deboli e lo stock di sofferenze rimane grande. Il processo di riforma deve continuare. L’Italia deve concentrarsi sulle sue quattro sfide principali: aumentare la produttività e la crescita degli investimenti; far tornare in salute il settore bancario; sostenere la crescita di posti di lavoro e ridurre la povertà. In breve, l’Italia ha bisogno di proseguire gli sforzi per promuovere una crescita che sia inclusiva, e che porti a un impatto tangibile sul benessere di tutti gli italiani”.

Tra le diverse criticità che affliggono il nostro paese, Gurria sottolinea che “molte aziende rimangono a conduzione familiare e lottano per integrarsi in catene globali”, “il sistema giudiziario è lento” e “le sfide che attendono il settore bancario in Italia hanno contribuito a un significativo calo degli investimenti e alla sua debole ripresa”. Guardando al futuro, l’indagine dell’Ocse suggerisce che l’Italia deve concentrarsi “sulla riforma della pubblica amministrazione, per sostenere il dinamismo delle imprese oltre a rendere la vita di tutti i giorni più facile. Il piano industriale è ambizioso e deve essere attuato per promuovere l’innovazione. Tutti questi sforzi di riforma devono andare di pari passo con la prosecuzione delle politiche di bilancio prudenti. Il debito pubblico si è stabilizzato ma resta alto. La riduzione è ancora una priorità per le finanze pubbliche italiane, che restano vulnerabili a un aumento dei tassi di interesse”. Inoltre il governo “deve continuare a combattere l’evasione fiscale, che è il tallone d’Achille del sistema fiscale in Italia”.

LE PROPOSTE – Per favorire una “crescita inclusiva”, l’Italia deve continuare a migliorare “il benessere dei cittadini, riducendo la dualità del mercato del lavoro e il divario tra competenze dei lavoratori e quelle richieste dalle imprese, incrementando le opportunità di lavoro e migliorando l’istruzione professionale”. Al tempo stesso il rapporto pone l’accento sull’importanza di risanare il sistema bancario italiano: “Gli scarsi utili e gli elevati crediti deteriorati scoraggiano i finanziamenti e gli investimenti, ostacolando la ripresa dell’Italia”. Inoltre, il rapporto dell’Ocse, evidenzia la necessità di “proseguire le importanti riforme per rendere l’amministrazione pubblica più efficace e creare un ambiente più propizio all’attività economica. Un incremento rapido ed efficace della spesa destinata alle infrastrutture sarà essenziale per incrementare gli investimenti, assicurando nello stesso tempo il proseguimento di politiche di bilancio prudenti”.

ALTRE RACCOMANDAZIONI – “Rafforzare il rispetto degli adempimenti fiscali investendo maggiormente nei sistemi informatici e nelle risorse umane; ridurre la soglia massima di pagamento con denaro contante; introdurre imposte patrimoniali basate su valori catastali aggiornati; approvare ed attuare il piano previsto per il contrasto alla povertà, mirato soprattutto a giovani e bambini; Incoraggiare lo sviluppo del settore del capitale di rischio raccogliendo fondi e utilizzando le competenze del del settore privato; Potenziare il sistema d’istruzione e la formazione professionale attraverso una più stretta collaborazione con il settore privato”, conclude Ocse.