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Economia

Borsa elettrica, a gennaio prezzo medio di acquisto in rialzo

Borsa elettrica, a gennaio prezzo medio di acquisto in rialzo
fonte: ilVelino/AGV NEWS
di red/asp

“Il prezzo medio di acquisto (PUN), in forte rialzo sia sul mese precedente (+15,80 €/MWh, +28,0%) che su gennaio 2016 (+25,76 €/MWh, +55,4%), raggiunge il livello più alto da ottobre 2012, pari a 72,24 €/MWh. La soglia dei 100 €/MWh è stata superata nel 10% circa delle ore del mese, con un picco di 162,41 €/MWh alle 9 di mercoledì 25 gennaio. L’analisi per gruppi di ore rivela vigorosi incrementi tendenziali sia nelle ore di picco (+32,15 €/MWh; +56,6%) che nelle ore fuori picco (+21,77 €/MWh; +51,9%), con prezzi attestatisi rispettivamente a 88,96 e 63,67 €/MWh, entrambi ai massimi da oltre tre anni. In aumento il rapporto picco/baseload a 1,23”. Lo comunica il Gme in una nota. I prezzi di vendita registrano in tutte le zone un sensibile rialzo sia nel confronto tendenziale che in quello congiunturale, più intenso nelle zone settentrionali del Paese penalizzate, oltre che dalla riduzione delle importazioni conseguente al protrarsi della crisi francese, dalla restrizione, in alcuni giorni del mese, dei transiti con il resto della penisola. Nord e Centro Nord allargano pertanto lo spread con le altre zone (15-20 €/MWh) portandosi rispettivamente a 78,19 €/MWh e 73,87 €/MWh, ambedue ai massimi da ottobre 2012. Nelle altre zone i prezzi di vendita sono oscillati tra i 62,91 €/MWh della Sicilia e 58,97 €/MWh del Sud, tutti ai massimi dell’ultimo anno e mezzo.

“L’ondata di gelo che ha investito l’Europa per buona parte del primo mese del 2017 – prosegue il Gme – ha corroborato la crescita dei prezzi dell’energia elettrica sulle più importanti borse europee, innescata, nell’ultima parte del 2016, dai noti problemi legati alla manutenzione del parco nucleare francese. In Italia il prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (PUN) sale a 72,24 €/MWh, ai massimi dall’autunno del 2012, pur confermandosi, per il quarto mese di fila, inferiore al prezzo della borsa francese. L’attuale fase congiunturale impatta maggiormente sul prezzo di vendita delle zone più settentrionali del Paese allargando lo spread tra Nord e Sud a quasi venti 20 €/MWh. Il fattore calendario (2 giorni lavorativi in più rispetto a gennaio 2016) assieme a quello climatico sostengono gli scambi di energia elettrica nel Mercato del Giorno Prima, che registrano l’aumento su base annua più importante degli ultimi 18 mesi (+4,2%) grazie anche al notevole contributo, lato domanda, delle esportazioni (+70% circa). Sul lato offerta, le ridottissime importazioni di energia dall’estero, mai così basse nel mese di gennaio, mettono le ali alle vendite delle unità di produzione nazionali (+16,0%) che si riportano sui livelli del gennaio 2010; ancora in evidenza le vendite degli impianti termoelettrici a gas naturale (+34,2%). La liquidità del mercato, sostenuta dalle esportazioni balza a 73,1% (+3,0 punti percentuali rispetto ad un anno fa). Nel Mercato a Termine dell’energia (MTE), il prodotto Febbraio 2017 baseload chiude il suo periodo di trading con un prezzo di controllo pari a 55,60 €/MWh”.

“I volumi di energia elettrica scambiati nel Sistema Italia – aggiunge il Gme – segnano un nuovo aumento su base annua del 4,2% che si ridimensiona a +2,7% considerando i due giorni lavorativi in più di gennaio 2017. Si tratta del terzo aumento consecutivo, con cui i volumi scambiati si riportano, con 25,9 milioni di MWh, ai livelli del gennaio 2012. Gli scambi nella borsa elettrica, pari a 19,0 milioni di MWh (+8,6%), si attestano sul livello più alto degli ultimi tre anni e mezzo mentre i volumi scambiati over the counter, registrati sulla PCE e nominati su MGP, ripiegano a 7,0 milioni di MWh (-6,3%). Pertanto la liquidità del mercato, in aumento di 4,9 punti percentuali su dicembre e di 3,0 rispetto ad un anno fa, balza a 73,1%, ai massimi dall’autunno 2013”.

“A gennaio le vendite da impianti a fonte rinnovabile si attestano a 6,0 milioni di MWh, con un calo dell’1,8% su base annua determinato dalla fonte eolica (-11,1%) e ‘solare e altre’ (-5,2%) – continua il Gme –; in controtendenza la fonte idraulica (+7,7%). Per contro si evidenzia ancora la veemente crescita delle vendite da impianti a fonte tradizionale (+24,0%), trainata sempre dagli impianti a gas le cui vendite, in crescita tendenziale del 34,2%, si portano ai massimi da marzo 2013 a quota 12,6 milioni di MWh. Pertanto la quota delle vendite degli impianti a fonte rinnovabile cede 4,6 punti percentuali e scende a 25,3%, mentre la quota degli impianti a gas ne guadagna 7,2 e sale a 53,3%, tra le più alte da oltre quattro anni. A gennaio sulla frontiera settentrionale il market coupling alloca, mediamente ogni ora, una capacità di 2.173 MWh, di cui 1.512 MWh sul confine francese (70% circa del totale), 253 MWh su quello austriaco e 409 MWh su quello sloveno. Il flusso di energia si direziona prevalentemente in import sulla frontiera austriaca (98,5% delle ore), mentre su quelle francese e slovena, in un numero considerevole di ore (rispettivamente 31,7% e 42,5%), si evidenzia un flusso medio in export pari a 830 MWh sulla prima e 406 MWh sulla seconda”, conclude il Gme.