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Economia

Tlc, Assocall: no a nuove norme su telemarketing selvaggio. Unc: no al solito ricatto occupazionale

Tlc, Assocall: no a nuove norme su telemarketing selvaggio. Unc: no al solito ricatto occupazionale
fonte: ilVelino/AGV NEWS
di red/asp

Secondo Assocall, l’associazione che raccoglie alcuni contact center, l’inserimento dei numeri non contenuti negli elenchi nel Registro delle opposizioni sarebbe in contrasto con la normativa sulla privacy e si ripercuoterebbe inevitabilmente sull’occupazione. “Basta con il solito ricatto occupazionale. Chi fa bene il suo mestiere potrà continuare tranquillamente a lavorare. L’unica violazione della privacy è quella di chi fa telefonate moleste a casa delle persone che non vogliono riceverle. Per questo urge una riforma contro il teleselling selvaggio. E’ assurdo che su 115 milioni di linee telefoniche, tra fisse e mobili, solo 13 milioni, l’11,3%, ossia quelle negli elenchi telefonici, possano iscriversi al Registro delle opposizioni” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Queste le richieste dell’Unc, appoggiate anche dal Garante della Privacy: “Introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call-center con sede all’estero); potenziamento del Registro pubblico delle opposizioni: la possibilità di iscrivere anche i numeri di cellulare e soprattutto che una volta iscritto il proprio numero si possano ‘cancellare’ tutti i precedenti consensi (in modo tale da consentire al cittadino di riprendere il pieno controllo dei propri dati). Sarebbe inoltre preziosa l’istituzione di un Registro per censire le campagne promozionali (con indicazione dell’operatore che lancia la campagna, il periodo di riferimento e i numeri utilizzati per chiamare i consumatori) così da evitare all’utente di dover fare indagini complicate per scoprire chi lo ha disturbato. Oggi il pagamento alla Fondazione Ugo Bordoni (che si occupa del Registro) è proporzionale all’attività di scrematura dei numeri: tanto più si puliscono le liste, tanto più l’azienda deve pagare la Fondazione. Ma in questo modo si disincentivano le imprese a cancellare i numeri (di fatto preferiscono pagare le sanzioni), mentre sarebbe meglio stabilire il pagamento in base al fatturato”, conclude la nota.