“La diagnosi precoce rappresenta un’arma fondamentale nella lotta contro il tumore al seno. La probabilità di guarigione, che oggi si attesta intorno all’80-85 per cento dei casi, potrebbe superare il 95 per cento dei casi. Tra i metodi di prevenzione da promuovere fin dall’età delle scuole secondarie di secondo grado c’è sicuramente quello della pratica dell’autopalpazione. Già a partire dai venticinque anni di età, le donne dovrebbero sottoporsi a visite senologiche, esami ecografici e, a partire dai quarant’anni, mammografici”. Lo ha detto in Aula la senatrice di Area popolare Ncd-Centristi per l’Italia, Fabiola Anitori, intervenendo in occasione delle mozioni sui tumori femminili. “Ma, nonostante i propositi positivi, i programmi di screening mammografico non sono distribuiti uniformemente sul territorio nazionale, con grandi differenze tra Regioni, e in particolare tra Nord e Sud. La prevenzione al Nord arriva all’80 per cento dei soggetti a rischio, mentre al Sud scende al di sotto del 40 per cento”.

“Tale disparità regionale nell’assistenza e cura dei pazienti oncologici si evince anche dai dati sulla mortalità, diminuita in maniera molto più evidente al Centro-Nord rispetto al Sud – prosegue Anitori –. E’ importantissimo, quindi, l’impegno del Governo a far sì che siano attivati tutti i centri di senologia nelle diverse Regioni italiane, nel rispetto delle linee guida indicate dal documento di indirizzo nazionale. È stato dimostrato che la cura del tumore al seno in centri di senologia multidisciplinari, cioè le breast unit, riduce la mortalità a cinque anni del 18 per cento. La rete di centri di senologia potrebbe permettere di superare le differenziazioni regionali, obiettivo al quale il nostro sistema sanitario non può sottrarsi. Quella contro il tumore al seno è una battaglia che può essere vinta, ma solo se tutti gli attori pubblici riusciranno a fare sistema, adottando misure di maggior tutela per la popolazione a rischio e con campagne di sensibilizzazione”, conclude Anitori.