Per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan i dati sul Pil diffusi da Istat che vedono una crescita allo 0,9% rispetto alla stima del governo dello 0,8%, “danno ragione a politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme, sostegno a investimenti privati e investimenti pubblici”, scrive su Twitter il titolare dell’Economia e il dato 2016 “migliora più del previsto”. Ma a ben vedere, le prospettive da cui si partiva per la crescita italiana nel primo Def varato dal governo Renzi l’8 aprile 2014 erano ben altre. Nel 2016, infatti, erano le previsioni dell’esecutivo, si sarebbe dovuto raggiungere l’1,6% di crescita per poi salire all’1,8% l’anno seguente e addirittura fino all’1,9% nel 2019. Nel documento successivo – varato il 10 aprile 2015 – il governo aveva limato all’1,3% la crescita 2016 (1,2% nel 2017), mentre l’anno successivo – l’8 aprile 2016 – eravamo all’1,2% (1,2% anche nel 2017).
Proprio su questo punto attacca l’opposizione. “Leggo tanti commenti entusiasti per la notizia della crescita del nostro Pil dello 0,9 per cento. Ricordo a chi sta brindando che le stima fatta da Renzi all’inizio dei suoi tre anni al Governo era di un +1,8% per il 2017, cioè del doppio – ha sottolineato il forzista Lucio Malan –. A ciò si deve aggiungere che tra il 2014 e il 2016 si è accumulato un -2,6% rispetto alle stesse previsioni. Se tutto va bene, a fine 2017 l’Italia sarà più povera del 3,5% rispetto a quanto programmato da duo Renzi-Padoan nel 2014. Insomma: il Pil sarà di circa 54 miliardi inferiore alle previsioni, ogni italiano avrà un reddito di 1000 euro inferiore a quanto promesso. C’è davvero poco da festeggiare, considerando anche che, appena 24 ore fa, l’Unione ha stimato che l’Italia sarà, per tre anni, il fanalino di coda dell’Europa in quanto a crescita. E’ la certificazione del fallimento del renzismo”.
Sullo stesso tenore anche il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Lega): “L’Italia è il fanalino di coda tra i 19 Paesi UE per crescita di Pil nel 2016 e nelle previsioni 2017 e 2018: cresciamo di uno 0,9 mentre la media europea e’ quasi del doppio, 1,6%, cresciamo persino meno della Grecia. E tutti gli altri indicatori sono negativi: la nostra disoccupazione generale resta tra le più alte, oltre l’11%, quella giovanile supera addirittura il 40%, i nostri conti non sono in regola e serve una manovra correttiva tutt’altro che semplice che porterà ad aumenti di accise e nel 2018 scatteranno gli aumenti Iva. Eppure il ministro Padoan cosa fa: twitta tutto felice che ‘i dati danno ragione a politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme e sostegno a investimenti’ e aggiunge che ‘il Pil 2016 migliora più del previsto’. Ma si tratta dello stesso ministro Padoan che un anno fa nel Def aveva previsto una crescita dell’1.2% del Pil nel 2016? E dello stesso Padoan che per tutto l’anno ha profetizzato una crescita superiore all’asticella dell’1%? E adesso che è certificato che siamo sotto l’1% viene spacciata come una vittoria del Governo Renzi e delle sue politiche economiche?”. Chiude Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Padoan ridicolo su crescita e incompetente su banche. Italia fanalino coda. Dati Pil si valutano rispetto a eurozona. Qualcuno glielo spieghi”.