Liberarsi dell’olio di palma aumentando fatturato e qualità dei prodotti, garantendo così ai consumatori tutela della salute e sostenibilità ambientale e sociale. È questo il tema, e la sfida, che il M5S ha proposto con il Convegno “Olio di palma: criticità e alternative – Come uscire dalla filiera sporca”, che si è tenuto oggi presso l’Auletta dei Gruppi della Camera dei deputati.
La maggiore trasparenza nell’etichettatura e una maggiore precisione ha portato i cittadini ha scoprire l’utilizzo dell’Olio di palma, ha dichiarato Mirko Busto, parlamentare 5stelle. I cittadini hanno potuto scegliere e hanno scelto di non utilizzare l’olio di palma. Il fatto fondamentale è che le aziende hanno ascoltato i cittadini, il consumatore ha determinato la politica industriale di grandi multinazionali. Questo significa che il cittadino va a votare ogni volta che fa la spesa.
Nell’ultimo periodo sono emerse tante notizie discordanti, si è generato molta confusione che ha portato a fare anche acquisti più distratti. Vi è stata una campagna di desensibilizzazione che però non ha avuto effetto. Nonostante la maggiore attenzione sull’argomento, l’olio di palma ha visto una continua crescita, specialmente nel biocombustibile, questo a causa degli enormi interessi economici che muove. È un grasso che costa molto poco e che porta alla distruzione di un patrimonio dell’umanità come le foreste indonesiane, oltre allo sfruttamento del lavoro in quei territori. Dobbiamo tenere alta l’attenzione -ha concluso Busto- perché l’olio di palma contiene elementi cancerogeni molto superiori agli altri olii vegetali, non dobbiamo arrenderci alle campagne di desensibilizzazione.
L’olio di palma è il simbolo della coltura massiva a scopo industriale, queste le parole di Carlo Martelli dei 5Stelle durante la conferenza sulle criticità e alternative all’olio di palma. La perdita della bio e micro diversità è un rischio per tutto il pianeta, un danno irreparabile. Il cittadino allora è fondamentale, con le sue scelte può determinare le politiche industriali delle multinazionali, perciò è fondamentale continuare a fare informazione costante e mettere in luce i rischi dell’Olio di palma.
Durante la conferenza è intervenuto anche Dario Dongo, fondatore del Fatto Alimentare. Quello sull’olio di palma èun tema controverso a causa degli enormi interessi economici che girano, ma la nocività del prodotto è certa.
Ci troviamo di fronte alla globalizzazione dello sfruttamento, è una filiera che si basa su terre rapinate alla popolazione e che con questo tipo di monocoltura provoca danni irreversibili al suolo e la devastazione della biodiversità. Vi è inoltre un forte rischio di desertificazione, si sta devastando il polmone verde del sud est asiatico. Chiediamo per prima cosa che venga tolto l’olio di palma dalla filiera alimentare, ha concluso Dongo, poi si dovrà lavorare per eliminarlo anche nella filiera dei biocombustibili.