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Olio di palma, Busto, M5S: una volta informati i cittadini hanno scelto

Olio di palma, Busto, M5S: una volta informati i cittadini hanno scelto
fonte: AGV NEWS/AGRICOLAE
di Agricolae

“Una volta informati i cittadini hanno scelto di escluderlo. Scendono le vendite, calano i fatturati e molte aziende, forse quelle più legate ai mercati di paesi come il nostro dove questa attenzione è presente, hanno scelto di ascoltare i consumatori. Così Mirko Busto, deputato del M5S in Commissione Ambiente, nel corso del convegno M5S sull’olio di palma. Una piccola scelta individuale può avere grandi effetti.



Certo, non sono mancati i tentativi di modificare la percezione dei consumatori: la campagna olio di palma sostenibile, cui abbiamo risposto con un lavoro di controinformazione e di recente la forte campagna mediatica per riabilitarlo.

Non è bastato però. Non si può cancellare con concetti astratti e con gli spot. Le immagini terribili e strazianti delle foreste che bruciano, milioni di ettari di foresta rasi al suolo e bruciati per lasciare spazio alle piantagioni il fumo nero che invade le città soffocandole, causando, come denunciato dallo studio dell’università di harvard, 100000 morti premature per la qualità dell’aria nella sola Indonesia.



Animali spinti sul baratro dell’estinzione, oranghi, elefanti, tigri…. intere popolazioni indigene, rurali, culture e conoscenze millenarie, costrette a migrazioni di massa, uomini, donne, bambini – anche di soli otto anni – privati dei mezzi di sussistenza e costretti allo sfruttamento, come ha denunciato il rapporto di Amnesty International, oppure ammassate ai margini delle città, senza un futuro certo, senza più le terre di cui vivevano, ad alimentare tensioni sociali e i flussi migratori. Questo è quanto è successo e sta succedendo in questo preciso istante.  E per cosa? per spendere meno. perché di questo si tratta… utilizzare l’olio di palma è solamente una questione di costi. lo dimostra l’inchiesta di reuters, lo dimostrano le testimonianze di chi ha deciso di rinunciarvi… Sono molto contento di avere a questo tavolo aziende italiane che hanno deciso di intraprendere questa strada… è una scelta di responsabilità nei confronti dei consumatori e del nostro pianeta.



Nove i limiti planetari indicati dal ricercatore svedese johan rockstrom, parametri di soglia del nostro pianeta da non superare per evitare di ritrovarci in una terra non più abitabile nel modo che abbiamo conosciuto, o forse non più abitabile e basta.

Di questi nove, 4 li abbiamo già superati: il cambiamento climatico, l’impoverimento drammatico della diversità biologica -biodiversità, la deforestazione, la perturbazione dei cicli di N e P.



Abbiamo cancellato il 50% della biodiversità del pianeta in 40 anni, assistiamo alla 6° estinzione di massa planetaria, il cambiamento climatico cambierà le nostre vite, e non sarà in meglio.

L’olio di palma non è chiaramente il solo responsabile di tutto questo.

Abbiamo messo in piedi una macchina perversa, un sistema economico, produttivo che mostra ormai con evidenza di attaccare alle radici la possibilità di futuro nostre e dei nostri figli.



L’olio di palma è un caso esemplare. E, non dobbiamo dimenticarlo, è attualmente uno dei fattori più importanti che contribuiscono alla distruzione di ecosistemi fondamentali per la nostra sopravvivenza.

Basti pensare che nel 2015 l’Indonesia, un paese privo di grandi infrastrutture industriali, devastata dagli incendi, ha superato le emissioni di gas a effetto serra di un gigante inquinatore come gli Stati Uniti.

Ma il nostro appetito di questo grasso va oltre merendine, biscotti, gelati, latte in formula per neonati e tutti gli altri migliaia di prodotti alimentari che lo contengono.



Mentre i cittadini italiani sono ora ben consci della presenza di olio di palma nel cibo e nei cosmetici. Ma quasi nessuno sa che oggi il consumo maggiore si sta spostando nei combustibili.

Il 46% di tutto l’olio di palma usato in Europa finisce nei serbatoi delle nostre macchine, camion e furgoni o per produrre energia impropriamente etichettata, e sovvenzionata, come ‘verde’

l’Italia è il secondo produttore di biodiesel di olio di palma in tutta Europa.

95% di tutto il biodiesel che si produce in Italia si fa con olio di palma. Eni e il principali produttore in Italia.

Il 59% di tutto il biodiesel che si consuma in Italia è biodiesel ottenuto da olio di palma.



il biodiesel ottenuto dall’olio di palma è tre volte peggiore per il clima del diesel fossile.con un incremento dell’80% delle emissioni rispetto al diesel fossile che rimpiazzerà entro il 2020. La rincorsa all’olio di palma sta coinvolgendo sempre nuovi paesi. dopo Indonesia e Malesia, ora le nuove frontiere dell’industria dell’olio di palma si stanno spostando in sud america, colombia, equador, perù e poi verso la nuova mecca dell’accaparramento delle terre, del land grabbing, l’africa.

Paesi dove ha resistito o resisteva gli ultimi baluardi delle grandi foreste tropicali del nostro pianeta, polmoni verdi, ricchezza ecologica, garanzia di vita, di sopravvivenza per noi e soprattutto per le nostre generazioni.



E dove le popolazioni locali e indigene stanno soccombendo sotto i colpi della corruzione e della cessione delle loro terre e delle loro risorse alle multinazionali occidentali.

Persone come Flaviano, Dario, Elisa, che ho avuto il piacere di conoscere di persona e che sono venute qui a raccontare le loro esperienze sul campo, sono la testimonianza più concreta e la spinta più forte nell’andare avanti in questa battaglia. Loro vivono quotidianamente il dramma che si sta consumando in questi luoghi, lontani dalle telecamere…



E sottolinei che insisti su questa tematica sia per motivi politici/economici – volendo incentivare un mercato che fa del made in italy “buono” quello che tutela la terra, rispetta le persone e valorizza i nostri prodotti – sia per motivi personali.  Perché dopo che si conoscono i fatti non ci si può girare dall’altra parte. e questo lo devono fare anche i cittadini, le aziende, i consumatori… smettere di pensare che non sia affar loro.