I principali marchi mondiali di cibo e prodotti domestici stanno vendendo alimenti, cosmetici e altri beni di uso quotidiano contenenti olio di palma, ottenuto attraverso gravi violazioni dei diritti umani in Indonesia, dove bambini anche di soli otto anni lavorano in condizioni pericolose. Lo ha denunciato Amnesty International, in un rapporto intitolato “Il grande scandalo dell’olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti”. Il rapporto è il risultato di un’indagine sulle piantagioni dell’Indonesia appartenenti al più grande coltivatore mondiale di palme da olio, il gigante dell’agro-business Wilmar, che ha sede a Singapore, fornitore di nove aziende mondiali.
Le testimonianze raccolte permettono di denunciare diverse violazioni dei diritti umani: alcune donne sarebbero costrette a lavorare per molte ore dietro la minaccia di una riduzione della paga, bambini anche di otto anni impiegati in attività pericolose, fisicamente logoranti e talvolta costretti ad abbandonare la scuola per aiutare i genitori nelle piantagioni; lavoratori gravemente intossicati dagli agenti chimici tossici utilizzati nelle piantagioni. Otto su nove di questi marchi fanno parte del Tavolo sull’olio di palma sostenibile (RSPO) e sui loro siti o sulle tabelle nutrizionali dichiarano di usare “olio di palma sostenibile”.
Le nove aziende non hanno smentito l’esistenza di violazioni ma non hanno fornito alcun esempio di azioni intraprese. Le imprese avrebbero il dovere di mettere in atto la due diligence nei confronti dei fornitori e, in generale, all’interno della catena di fornitura, per evitare di contribuire a un impatto negativo, o di favorire o incentivare, con le proprie attività, l’impatto negativo di un altro soggetto che ne faccia parte. Le imprese dovrebbero essere trasparenti e dichiarare cosa contengono i loro prodotti. Ma non sempre e non tutte lo fanno. E quando non lo fanno, beneficiano e in qualche modo contribuiscono alle violazioni dei lavoratori.
Dopo aver approfondito i dati e i risultati della ricerca di Amnesty International, riepilogheremo quali sono le responsabilità delle imprese nell’attuazione della cosiddetta Human Rights Due Diligence (processi di dovuta diligenza in materia di diritti umani) e quali quelle degli Stati. Amnesty International da oltre 10 anni è impegnata in un programma di ricerca e sensibilizzazione sul tema dell’impatto delle attività delle imprese sui diritti umani. L’Organizzazione ha lavorato e continua a lavorare per la modifica e il rafforzamento delle norme che impongono alle aziende di rispettare i diritti umani.