Si apre sotto i migliori auspici la 67esima edizione del festival di Sanremo. Il moro (Carlo Conti) e la bionda (la febbricitante Maria De Filippi) promettono faville in fatto di ascolti. E la raccolta – stando alle cifre di Rai Pubblicità (la concessionari del servizio pubblico) – ha già incassato in spot, telepromozioni e quant’altro più dell’anno scorso. “Nel 2016 erano 24,3 milioni, ed era già record. Quest’anno arriviamo a 26 milioni di euro – ha spiegato al VELINO Fabrizio Piscopo, amministratore delegato di Rai Pubblicità dall’ottobre 2013 – stiamo vendendo gli ultimi pacchetti, abbiamo fatto un po’ di accorpamenti ma è poca roba, 50-70 mila euro al massimo. Da quando c’è Conti noi continuiamo a crescere. Anche se per la verità anche con Fazio le cose per la raccolta di Sanremo stavano andando meglio”. Ventiseimilioni di raccolta lorda ai quali vanno sottratti 3,9 milioni, ovvero il 15 per cento che viene retrocesso in commissioni d’agenzia.

E la raccolta pubblicitaria della Rai in generale? “Gli ascolti ci danno una mano – ha aggiunto Piscopo -. A gennaio abbiamo una share che si attesta, e a volte supera, il 40 per cento. Dopo un autunno un po’ debole, chiuderemo il primo mese dell’anno con +1%. Febbraio, grazie a Sanremo, segnerà +3%. E il primo trimestre si chiuderà certamente con un segno positivo sostanzioso”. Qual è il segreto di questa ripresa? “La forza grande è data dall’informazione e dalle fiction. Basta vedere il risultato de ‘I bastardi di Pizzofalcone’ (in sei puntate su Rai 1 una media d’ascolto di 6 milioni 816 mila e il 26.18%, ndr). Le news, poi, tirano in un momento così, tra terremoti, elezioni politiche in Francia e atti di terrorismo. La gente vuole informarsi. È triste dirlo – ha concluso Piscopo –  ma più le cose vanno male e maggiori sono gli ascolti di telegiornali, rubriche e programmi d’approfondimento”.