Did you know we have an international section? Click here to read our news in your english!
X

Accedi

Agroalimentare

L’agricoltura in Parlamento, atti di indirizzo e controllo di Camera e Senato

Le interrogazioni, risoluzioni, interpellanze e odg a tutela del made in Italy agroalimentare
fonte: AGV NEWS/AGRICOLAE
di Agricolae

AGRICOLAE riporta nel link qui di seguito le interrogazioni, le interpellanze, gli ordini del giorno e le risoluzione che vengono quotidianamente presentati alla Camera e al Senato a tutela del made in Italy agroalimentare. Pesca, agricoltura e industria alimentare in primo piano per i deputati e i senatori che lavorano gomito a gomito o uno contro l’altro, per cambiare la vita di chi lavora di terra e di mare. Qui a seguire il testo integrale

INTERROGAZIONE TARICCO, PD CAMERA, SUL NUOVO SIA

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10477

presentato da

TARICCO Mino

testo di

Venerdì 3 febbraio 2017, seduta n. 735

TARICCO, AMATO, ROMANINI, IACONO, CAPONE, PINNA, ROSTELLATO, CAPOZZOLO, PAOLA BRAGANTINI, PATRIZIA MAESTRI e GIACOBBE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il sostegno per l’inclusione attiva (SIA) è la misura di contrasto alla povertà con l’erogazione di un sussidio economico, attraverso una carta di importo prepagato, alle famiglie in condizioni economiche disagiate, in cui siano presenti minorenni, disabili o donne in stato si gravidanza;
dopo un periodo di sperimentazione su 11 città, la legge n. 208 del 2015 ha previsto l’estensione della misura in tutto il territorio nazionale con lo stanziamento di oltre 600 milioni di euro; pertanto, al nuovo Sia possono accedere tutti i cittadini residenti negli oltre 8 mila comuni d’Italia;
la somma è di 80 euro al mese per ogni componente il nucleo familiare sino ad un massimo di 400 euro al mese (se sono presenti cinque o più componenti) per un periodo complessivo non superiore a 12 mesi;
l’erogazione del beneficio economico avviene tramite carta di pagamento elettronico (la Carta SIA) da utilizzare per acquistare generi alimentari, prodotti farmaceutici e parafarmaceutici e per pagare le bollette di luce e gas. La Carta è gratuita e funziona come le carte di pagamento elettroniche, unica differenza è che le spese, anziché essere addebitate al titolare della Carta, sono addebitate e saldate dallo Stato nei limiti stabiliti dal programma;
la misura è stata attivata il 2 settembre 2016, quando i potenziali beneficiari hanno potuto iniziare a presentare le domande al comune di residenza;
le condizioni da soddisfare per accedere sono stringenti: il richiedente dev’essere cittadino italiano o comunitario e residente in Italia da almeno due anni; nessun componente del nucleo familiare dev’essere in possesso di autoveicoli immatricolati nei dodici mesi antecedenti la richiesta né di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc (250 cc in caso di motoveicoli) immatricolati nei 3 anni precedenti la richiesta; dev’essere presente nel nucleo, in alternativa: a) un componente di età minore di 18 anni; b) una persona con disabilità e almeno un suo genitore; c) una donna in stato di gravidanza accertata; non si può essere titolari di un ISEE superiore a 3.000 euro o godere di altri eventuali trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria o assistenziale superiori a 600 euro mensili; nessun componente può risultare titolare di prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (NASpI), assegno di disoccupazione (ASDI) o altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito;
infine, si deve rispettare un indicatore denominato valutazione multidimensionale del bisogno, parametro riferito alle condizioni del nucleo familiare al momento della presentazione della domanda, il cui valore dev’essere superiore o uguale a 45. Questo punteggio varia a seconda della consistenza del carico familiare (se ci sono più figli minori o soggetti con disabilità grave il punteggio è superiore), della condizione economica (il punteggio sale quanto più basso risulta l’ISEE) e della condizione lavorativa (il punteggio è più elevato ove tutti i componenti del nucleo familiare in età attiva si trovino in stato di disoccupazione);
dai dati finora raccolti in alcune aree di territorio parrebbe che solo il 25 per cento delle domande venga accolto, poiché la stragrande maggioranza, pur versando in situazione di bisogno, sarebbe esclusa per il non raggiungimento dei 45 punti;
il rischio è che troppe persone in seria difficoltà siano escluse, mettendo a rischio l’efficacia del provvedimento che ha obiettivi sicuramente meritevoli –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta e se non ritenga opportuno effettuare una verifica puntuale dell’iter di raccolta e selezione delle domande di Sia, al fine di verificare l’effettiva funzionalità degli indicatori previsti, per evitare che uno strumento nato a sostegno della povertà non riesca, in modo adeguato, a raggiungere l’obiettivo fissato. (5-10477)

INTERROGAZIONE ROMANINI, PD CAMERA, SU CO.PAD.OR.

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10471

presentato da

ROMANINI Giuseppe

testo di

Venerdì 3 febbraio 2017, seduta n. 735

ROMANINI, PATRIZIA MAESTRI e BERGONZI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il Co.Pad.Or. (Consorzio padano ortofrutticolo) è una cooperativa agricola nata nel 1987 con l’acquisizione, da parte di un gruppo di agricoltori delle province di Parma e Piacenza, degli impianti della Ferrari & Figna, prestigiosa industria alimentare situata nel cuore della Food Valley italiana;
l’azienda si colloca oggi tra le maggiori e moderne imprese di trasformazione del pomodoro operanti in Europa, con una capacità di circa 3.000.000 quintali di prodotto fresco lavorato all’anno e circa 600 dipendenti diretti tra fissi e stagionali. I soci coltivano ogni anno circa 4.000 ettari di pomodoro, seguendo le più moderne tecniche agronomiche dettate dall’ufficio agricolo della cooperativa che programma una campagna di raccolta di oltre 60 giorni;
le difficoltà attraversate dal comparto del pomodoro, che ha visto progressivamente ridursi il prezzo di vendita della materia prima, ma anche il fatto che l’azienda è da tempo gravata da una consistente esposizione verso il sistema creditizio, benché progressivamente ridotta e contenuta negli ultimi anni, ha indotto il Co.Pad.Or. a depositare istanza di concordato in continuità anche in ragione delle reticenze espresse dal settore bancario a concedere la liquidità richiesta;
di fondamentale importanza per le aziende agricole che conferiscono il prodotto, per i lavoratori, per i fornitori e per tutto il comparto del pomodoro del Nord Italia è assicurare la continuità produttiva dello stabilimento di Collecchio (Parma) e l’avvio della campagna 2017; il fermo dell’impianto costituirebbe un danno irreparabile soprattutto per il settore primario al quale verrebbe sottratta una parte significativa delle opportunità di vendita del prodotto coltivato con una ulteriore riduzione delle possibilità di diversificazione delle colture –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione sopradescritta e se non intendano assumere, d’intesa con la regione Emilia-Romagna, ogni più utile iniziativa di competenza, con l’obiettivo di assicurare l’avvio della campagna di semina 2017, la continuità produttiva dello stabilimento Co.Pad.Or. di Collecchio (Parma) e la tutela dell’occupazione.
(5-10471)

INTERROGAZIONE GALLINELLA, M5S CAMERA, SU GESTIONE ARAS

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta in commissione 5-10486

presentato da

GALLINELLA Filippo

testo di

Venerdì 3 febbraio 2017, seduta n. 735

GALLINELLA, GAGNARLI e L’ABBATE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
l’Aras è un ente con personalità giuridica riconosciuta dalla regione siciliana che, per delega della stessa e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali attua iniziative di miglioramento zootecnico, di consulenza agli allevatori e di promozione delle produzioni grazie ad un contributo erogato in parte dal bilancio regionale e in parte assegnato all’assessorato agricoltura e foreste dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nonché sostanziato in piccola parte anche dalle quote degli allevatori soci;
negli ultimi anni, l’ente è al centro di numerose polemiche a causa di una gestione non esattamente esemplare delle risorse economiche a disposizione, nonostante i circa sette anni di commissariamento da parte dell’AIA (Associazione italiana allevatori);
risulta sia corso, infatti, un’inchiesta della Guardia di finanza in seguito a una denuncia presentata da un gruppo di allevatori, oltre che da 6 dipendenti, i quali hanno chiesto di acquisire la documentazione sui bilanci dell’Ente ed alcune delibere commissariali;
anche le organizzazioni sindacali hanno segnalato un sistema di gestione dei vertici dell’Aras, che, da un lato, avrebbe in questi ultimi anni fatto scadere la qualità e la quantità dei servizi agli allevatori, e dall’altro, demotivato e mortificato molti dei dipendenti impegnati nell’assistenza alle aziende;
proprio i dipendenti, oltre ovviamente agli allevatori, sono coloro che rischiano di fare la spesa più alta per questa mala gestione, e sembra sia in atto un’operazione di licenziamento per la metà dell’intero personale dell’ente siciliano (circa 120 unità);
secondo alcune fonti stampa, in una lettera di richiesta di accesso agli atti inviata dalle organizzazioni sindacali in data 28 giugno 2016 ai vertici dell’Aras di Palermo e all’assessore regionale, figurano ben 13 contestazioni di irregolarità: incrementi «ingiustificati» di spese, elargizioni di prebende con assegni postali, spese elevate per consulenze esterne ad un legale del foro di Palermo, irragionevole utilizzo da parte del direttore generale dell’Ente del personale durante il periodo di contratto di solidarietà, atti ingiuntivi, pignoramenti e debiti verso terzi imputati sui capitoli Aras 143707 (CC.FF.UU. — LL.GG.), 144111 (A.T.) 542922 (Benessere animali), debiti verso B.N.L., INPS, Enpaia, Fida, Agrifondo oltre che verso Equitalia-Riscossione Sicilia per IRAP-IRPEF che pare si aggiri alla data odierna a euro 1.600.000,00 circa;
durante gli ultimi undici anni di direzione dell’Ente, i costi di gestione dell’Aras sono dunque arrivati a cifre astronomiche –:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza abbia assunto o intenda assumere per acquisire un quadro puntuale della gestione economica dell’ente Aras Sicilia, al fine di tutelare i dipendenti della struttura ma soprattutto garantire un servizio fondamentale alla zootecnica italiana.
(5-10486)

INTERROGAZIONE BERNINI, M5S CAMERA, SUL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Atto Camera

 

Interrogazione a risposta scritta 4-15450

presentato da

BERNINI Massimiliano

testo di

Venerdì 3 febbraio 2017, seduta n. 735

MASSIMILIANO BERNINI, TERZONI, BASILIO, GAGNARLI, LUPO e BENEDETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
a luglio 2016 è stata approvata definitivamente la legge 28 luglio 2016, n. 154, che, all’articolo 5, delega il Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di agricoltura, silvicoltura e filiere forestali, e in modo particolare al comma 2, lettera h), prevede la revisione e armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali, in coerenza con la strategia nazionale definita dal Programma quadro per il settore forestale, di cui al comma 1082 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e con gli impegni assunti in sede europea e internazionale;
nell’ambito della discussione della stessa è stato accolto con riformulazione l’ordine del giorno 9/03119-A/016 con il quale si impegnava il Governo pro tempore ad attivare presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un ufficio permanente di coordinamento forestale che svolga le funzioni di rappresentanza internazionali e comunitarie, di coordinamento e indirizzo istituzionale, per le amministrazioni nazionali e regionali competenti in materia di gestione e programmazione forestale;
nel maggio 2016 è stata approvata in commissione agricoltura una risoluzione conclusiva di dibattito n. 8-00183 a primafirma Massimiliano Bernini (iniziative in materia di coordinamento forestale), con la quale si impegnava il Governo pro tempore ad adottare le necessarie iniziative, in coerenza con il processo governativo di attuazione della delega di cui all’articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124, al fine di istituire presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali una struttura permanente di livello adeguata, dotata di autonomo contingente, per la rappresentanza e la tutela degli interessi forestali nazionali in sede europea e internazionale, nonché per il raccordo con le politiche forestali regionali;
il 29 novembre 2016 presso il centro congressi «Fontana di Trevi» si è tenuto il Forum nazionale delle Foreste: «Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Forestale Italiano», organizzato dalla Rete rurale nazionale 2014-2020, dal tavolo filiera legno del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e dalla struttura del Programma quadro per il settore forestale (Pqsf), che voleva essere un primo momento di confronto partecipato e necessario a definire e condividere i principi su cui poter costruire il nuovo quadro politico e legislativo nazionale per una concreta tutela e valorizzazione del patrimonio forestale italiano;
nell’ambito dell’operazione di smantellamento del Corpo forestale dello Stato alcuni membri sono transitati al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella misura di 49 unità;
al momento non risulta che il personale di cui sopra abbia trovato una collocazione che dia ragione degli obiettivi suddetti e delle competenze e delle professionalità in esso riposte e, stando a dichiarazioni di alcuni membri interessati dal trasferimento, si troverebbero all’interno del Ministero senza un incarico definito, senza inquadramento giuridico ed economico e senza una direzione a cui fare riferimento;
non risulta essere stato ancora approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri attuativo dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 177 del 2016 e annunciato per il 31 dicembre 2016; tale articolo, al comma 1, lettera a) attribuisce al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali la rappresentanza e la tutela degli interessi forestali nazionali in sede europea e internazionale e raccordo con le politiche forestali regionali –:
se il Governo sia a conoscenza della situazione dei funzionari del Corpo forestale dello Stato ora in forza al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e se rispondano al vero le notizie sopra riportate;
quando verrà approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui in premessa, volto alla costituzione presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di un’adeguata struttura organizzativa in materia di coordinamento forestale nazionale;
quali iniziative si intendano assumere per dare continuità alle funzioni del personale del Corpo forestale di Stato transitato nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e se non si ritenga opportuno assumere specifiche iniziative per l’istituzione presso il suddetto Ministero di un ufficio permanente di coordinamento forestale in conformità a quanto indicato negli atti di indirizzo sopra richiamati. (4-15450)

INTERPELLANZA SAVINO, FI CAMERA, SU DANNI MALTEMPO ALLE PRODUZIONI AGRICOLE

Atto Camera

 

Interpellanza 2-01640

presentato da

SAVINO Elvira

testo di

Venerdì 3 febbraio 2017, seduta n. 735

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
l’ondata di maltempo che ha colpito il centro e il sud Italia sembra non avere tregua e le regioni del Centro-sud continuano ad essere strette nella morsa di neve e gelo;
per effetto dei cambiamenti climatici e con gli ultimi eventi estremi, la stima dei danni all’agricoltura ammonta, secondo i dati forniti dalla Coldiretti, a più di 14 miliardi di euro;
in Puglia, Basilicata, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise Sicilia e Calabria sono decine di migliaia le aziende agricole che registrano gravi perdite;
in base alle stime di Confartigianato, i danni alle produzioni agricole pugliesi e agli allevamenti sono irreparabili; serre e vivai danneggiati o collassati sotto il peso della neve, tutte le colture e le produzioni sono state danneggiate e, solo nella zona fra Bari e Taranto risulterebbero collassati 350 ettari di uva da tavola; le aziende zootecniche della Murgia sono totalmente isolate e non possono consegnare il latte ai caseifici;
la stima è gravissima: tonnellate di latte sono andate perdute e, anche a causa delle difficoltà di circolazione, tutte le consegne alimentari di prodotti deperibili si sono bloccate, con evidenti danni non solo per gli agricoltori ma, anche per i consumatori;
pochi i prodotti che arrivano sul mercato con consequenziale rincaro dei prezzi;
ingenti i danni dunque ad agrumeti, vigneti, strutture e agli animali che bevono acqua ghiacciata; spesso questi non riescono neanche ad abbeverarsi a causa del congelamento delle condotte idriche e, a causa dell’impossibilità di raggiungere le aziende, spesso non vengono neanche alimentati;
molti animali sono morti negli allevamenti pugliesi e, al dramma degli allevatori per la perdita dei capi di bestiame, si aggiunge il problema dello smaltimento delle loro carcasse, operazione da effettuarsi nel più breve tempo possibile al fine di evitare rischi igienico-sanitari;
Raffaele Carrabba, presidente nazionale di CIA Puglia, ha chiesto alla regione Puglia di valutare la possibilità far effettuare lo smaltimento delle carcasse con l’impiego delle procedure a disposizione dell’autorità locale della protezione civile, nonché dell’autorità sanitari locale;
raramente, come nel caso dell’ultima ondata di maltempo, si può parlare di vera calamità naturale;
l’assessore regionale all’agricoltura, Leo Di Gioia, aveva rimarcato che «la situazione è gravissima in gran parte delle zone rurali dei comuni di tutte le sei province» e per questo è necessario «un intervento che consenta di attingere al Fondo di solidarietà nazionale»;
l’assessore ha altresì dichiarato che la giunta regionale pugliese ha approvato la «dichiarazione dello stato di crisi in agricoltura per tutto il territorio regionale, seguito delle eccezionali avversità atmosferiche del 5, 6 e 7 gennaio 2017» precisando che il documento regionale chiede al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali la declaratoria dello stato di calamità naturale in considerazione dei gravi danni causati al patrimonio agricolo e zootecnico pugliese;
secondo Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia, la dichiarazione di stato di calamità naturale prevede, nel caso in cui le avversità atmosferiche incidano negativamente sulla produzione lorda vendibile annuale delle singole aziende agricole interessate, in misura non inferiore al 30 per cento della produzione ordinaria, l’attivazione degli interventi contributivi e creditizi ex post del Fondo di solidarietà nazionale;
questi sottolinea, tuttavia, che lo scenario pugliese è di una gravità tale da imporre uno sforzo, in termini economici, che il Fondo di solidarietà nazionale, attivabile con la declaratoria di stato di calamità, non può sostenere –:
quali iniziative si intendano adottare al fine di tutelare consumatori, produttori e aziende del settore agroalimentare;
quali risorse si ritengano di stanziare al fine di coprire le perdite registrate dalle imprese agricole e zootecniche e di ripristinare il potenziale produttivo danneggiato, nonché saranno i tempi effettivi entro cui le imprese potranno ricevere gli indennizzi.
(2-01640) «Elvira Savino».