“Il governo ha il dovere di mettere ordine nei conti dello Stato a prescindere dai formali richiami della Commissione. Ce lo impone il nostro elevatissimo livello del debito il cui peso sul Pil è cresciuto di circa dieci punti percentuali dal 2012. Ce lo impone il pericolo di manovre speculative sui titoli sovrani. Ce lo impone la necessità di ridurre la pressione fiscale per favorire la crescita. La composizione della nostra spesa è inoltre peggiorata con una incidenza crescente di quella corrente e con un forte ridimensionamento degli investimenti pubblici. La spending review è stata minima e si è per lo più concentrata sullo Stato centrale mentre le Regioni e le municipalità più inefficienti hanno continuato a sperperare risorse con il trasporto pubblico locale, con la spedalità marginale e pericolosa, con costi fissi di personale superiori agli standard. La manovra correttiva sembra invece destinata prevalentemente ad alzare la pressione fiscale. La sopravvivenza della legislatura deve essere invece legittimata con decisioni utili alla stabilità e alla crescita e quindi riducendo spese e tasse da un lato ed accelerando investimenti dall’altro”. Lo scrive Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, nel blog dell’Associazione amici di Marco Biagi
Politica
Ue, Sacconi: mettere ordine nei conti pubblici a prescindere da Bruxelles
Ue, Sacconi: mettere ordine nei conti pubblici a prescindere da Bruxelles
Politica
Ue, Sacconi: mettere ordine nei conti pubblici a prescindere da Bruxelles
Ue, Sacconi: mettere ordine nei conti pubblici a prescindere da Bruxelles