Nella questione delle polizze vita di Virginia Raggi ci sono troppi punti ancora poco chiari. Per gli inquirenti, le due assicurazioni stipulate da Salvatore Romeo con beneficiaria la prima cittadina non costituirebbero un fatto penalmente rilevante in quanto non emergerebbe un’utilità corruttiva. Si tratterebbe infatti di polizze da investimento che non presuppongo la controfirma del beneficiario. Una tesi sostenuta anche nelle scorse ore dalla stessa Raggi (“Non ne sapevo nulla, queste polizze possono essere fatte senza informare il beneficiario, non devono essere controfirmate”). Ranieri Razzante, docente di Legislazione Antiriciclaggio all’università di Bologna, spiega al VELINO che “il contraente di una polizza la riscatta quando vuole e rientra in possesso di denaro riciclato”. Meccanismo che potrebbe dare luogo – precisa – al cosiddetto “riciclaggio con polizze, tipico e abusato negli ultimi 15 anni”. Inoltre per la legge antiriciclaggio (d.lgs. n.231/2007), prosegue il docente, “c’è un altro dovere fondamentale: l’intermediario deve raccogliere informazioni obbligatorie dal cliente, se egli e/o il beneficiario sono Pep (Persone politicamente esposte). In questo caso la Raggi era consigliere comunale all’atto della contrazione della polizza. Se queste informazioni non vengono rese, la compagnia non può accettare la polizza. Se io non firmo questa scheda, non si può procedere all’instaurazione del rapporto”, aggiunge.
Non solo. Gli inquirenti hanno scoperto anche che Romeo avrebbe investito circa 100 mila euro in polizze con diversi beneficiari. Secondo Razzante “non è un caso che tra gli indicatori di Bankitalia, ai primi posti, si chiede infatti attenzione a chi contrae più polizze, a chi cambia beneficiario e se lo cambia frequentemente”. Bankitalia, ricorda, “ha aggiornato nel 2013 un elenco di ‘indicatori di anomalia’ che devono orientare le banche: sono situazioni di fronte alle quali l’intermediario deve attivarsi per controlli maggiori. Tra gli indicatori di anomalia per il settore assicurativo c’è al primo posto la stipula da parte di uno stesso contraente di più polizze con diversi beneficiari”.
Anche Federico Mollicone, responsabile nazionale della Comunicazione FdI-An e membro dell’esecutivo nazionale, ha sottolineato in una nota che “dubbi emergono leggendo il regolamento dell’Ivass (5 del 21/7 2014 Antiriciclaggio) che dispone in più articoli l’obbligo per le imprese di assicurazione di identificare il beneficiario di una polizza con tanto di documento e presenza. Il regolamento impone, addirittura, di monitorare cambi repentini di beneficiari in tempi brevi (come fatto da Romeo). Ma quello che ci fa dubitare delle affermazioni della “Sindaca a sua insaputa” è la categoria dei PEPS prevista dal regolamento (persone esposte politicamente in carica e non) che prevede maggiori controlli continui per chi come la Raggi- all’epoca consigliere comunale e già in predicato per diventare sindaco- ricopra incarichi politici al momento della stipula o poco prima. Come faceva a non sapere? Chi non ha vigilato? Chi non ha identificato il beneficiario come prevede la legge?”