“Per chiudere la rotta balcanica e giustificare l’accordo con la Turchia, la Commissione europea ha sbandierato il concetto di paese sicuro dove poter rimandare donne, uomini e bambini in fuga dalla Siria e dall’Iraq. A un anno di distanza, a quale categoria ricorreranno per giustificare il blocco della rotta Mediterranea e l’affidamento alla Libia del controllo di quelle frontiere esterne? Non è pensabile, nel nome del contrasto ai trafficanti di uomini, mettere in atto con un paese totalmente instabile e senza un apparato statale, interventi di cooperazione mirata esclusivamente a impedire l’arrivo di migranti sulle nostre coste proponendo di trattenerli in territorio libico, senza che vi sia alcuna garanzia sulla tutela della dignità di quegli uomini e di quelle donne”. Lo dichiara Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani. “E senza il minimo accenno a quanti, in pericolo di vita, hanno lasciato il loro paese per cercare protezione. Anche per loro il rischio, altissimo, è di tornare nelle mani dei loro aguzzini. Il muro, immateriale ma comunque insormontabile, che gli stati europei stanno costruendo nel Mediterraneo ha un costo altissimo: la rinuncia ad alcuni dei principi fondamentali alla base dell’idea stessa di Europa, a partire dal diritto d’asilo. Qualsiasi strategia di cooperazione in materia di flussi migratori deve prevedere innanzitutto la creazione di canali umanitari per chi è in fuga da guerra e persecuzioni e l’introduzione di canali legali di mobilità per lavoro per quanti vogliono migliorare le proprie condizioni di vita. E deve perseguire l’obiettivo di rafforzare negli interlocutori gli spazi di democrazia. Stiamo di fatto rinunciando a difendere lo stato di diritto, lasciando spazio e legittimità politica alle forze demagogiche e sovraniste, anziché constrastarle”.
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