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Giochi e Scommesse, Giochi

Giochi, Fiorini (assessore Genova): Bene aperture Governo, ma aspettiamo esiti riforma

"Si va nella direzione auspicata ma è presto per dare un giudizio, aggiungendo un comma nel testo può cambiare tutto. Una norma nazionale è auspicabile e necessaria"
fonte: ilVelino/AGV NEWS
di Federica Rogai

Bene le aperture arrivate dal governo, ma è ancora presto per dare un giudizio. Questa in sintesi l’opinione dell’assessore alla legalità e diritti del Comune di Genova Elena Fiorini sulla bozza di intesa arrivata in Conferenza Unificata sul riordino dei giochi pubblici. Il capoluogo ligure e la Regione sono stati tra i primi in Italia a dotarsi di norme per contrastare il fenomeno della ludopatia. E alla vigilia della riunione di ieri il sindaco Marco Doria aveva scritto al presidente Anci Antonio Decaro chiedendogli di opporsi a leggi salva-slot. “Dal sottosegretario Baretta ci sono state delle interessanti aperture che vanno nella direzione auspicata, si è deciso il rinvio di una settimana per consentire un accordo su basi diverse e rispettose delle autonomie degli enti locali. Aspettiamo di vedere gli esiti. I rischi sono ben presenti e bisogna monitorare come sarà attuata la riforma. D’altronde basta aggiungere un comma e cambia tutto. Crediamo che l’Anci abbia il dovere di garantire le amministrazioni locali che sono portatrici delle istanze dei cittadini”. Detto questo una “disciplina nazionale” per l’assessore è “assolutamente auspicabile” perché “la deregulation impediva anche ai sindaci di intervenire”. Sul riordino del settore del gioco pubblico è “interesse di tutti una norma nazionale, in termini non polemici ma costruttivi”. Infine a una domanda sull’allarme lanciato dagli operatori del settore che con le nuove norme previste a partire da maggio a Genova e in Liguria sostengono che dovranno essere spente tutte le macchinette Fiorini dice: “Non è così. Si dà solo rilevanza a una serie di interessi di categorie deboli e di lotta alla ludopatia. Non c’è un’ottica proibizionista ma si contrasta solo la diffusione capillare dell’offerta, perché le scommesse e l’azzardo non sono un asse fondante dell’economia e il gioco non può permeare così la vita quotidiana dei territori”.